Londra: gli allegri comportamenti dei deputati di Westminster
(Ansa)
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Londra: gli allegri comportamenti dei deputati di Westminster

Alcol a fiumi, cazzotti facili e insulti sui gruppi WhatsApp. Il governo inglese fa i conti con «l’esuberanza» dei suoi esponenti. Che pensano a divertirsi.

Bevono fino allo sfinimento, si scazzottano, insultano vecchiette e preti come degli adolescenti sui gruppi WhatsApp, approfittano gagliardamente del loro ruolo per arricchirsi. Vita sempre più turbolenta, di questi tempi, all’ombra di Westminster. Una volta c’era solo John Prescott, alias The Punch, il vice premier gallese di Tony Blair, divenuto famoso dopo aver risposto con un sinistro fulmineo alla provocazione dell’agricoltore Craig Evans che gli aveva lanciato addosso un uovo durante la campagna elettorale del 2001. Allora, la sua immagine non ne fu particolarmente colpita e Tony Blair liquidò la questione con un semplice «John è John». Ma vent’anni dopo, sir Keir Starmer, è ancora alle prese con una banda di deputati e ministri scatenati, difficili da contenere. Lo scorso ottobre uno dei suoi parlamentari, Mike Amesbury, visibilmente ubriaco, ha aggredito senza motivo apparente un residente del Cheshire, mentre entrambi erano in fila in attesa di un taxi. Amesbury, che è stato condannato a dieci settimane di carcere, ma è ancora libero con sentenza sospesa in attesa dell’appello, aveva dichiarato di aver agito per legittima difesa, ma da un video e da testimonianze è emerso che l’unica colpa della vittima era stato averlo subissato di troppe domande riguardo al piano di chiusura di un ponte locale che avrebbe provocato un traffico caotico nelle aree interessate. Dopo la sentenza il deputato si è scusato, ma siede ancora in Parlamento come indipendente dopo essere stato cacciato dal partito.

La cultura alcolica parlamentare, accettata vent’anni fa, ora è diventata un problema che l’ultimo governo sta tentando di arginare con non poche difficoltà. Nel 2024 Strangers, il bar della Camera dei deputati, fu chiuso per un mese dopo una denuncia per aggressione che aveva portato a un’inchiesta della polizia metropolitana. Secondo una commissione indipendente di esperti, il consumo eccessivo di alcolici ha giocato un ruolo fondamentale nella metà delle denunce presentate contro i parlamentari di tutti i partiti, finiti ufficialmente sotto inchiesta negli ultimi anni. Ma ministri e deputati si divertono anche senza bere qualche pinta di birra in più. Come nel caso del gruppo di WhatsApp da poco finito sulle cronache internazionali. Il Labour ha dovuto sospendere ben 11 dei suoi membri, dopo aver saputo che si scambiavano insulti e commenti nelle chat private. Lo scandalo, portato alla luce dall’infaticabile Daily Mail, è costato il posto al numero due del ministero della Sanità Andrew Gwynne, eletto rappresentante per i distretti di Gorton e Denton, a Manchester. Tra il 2019 e il 2022 il politicamente poco corretto aveva suggerito di stordire un attivista locale favorevole alle piste ciclabili, si era augurato che una pensionata che non aveva votato laburista tirasse le cuoia prima delle nuove elezioni e se l’era presa con una esponente del clero anglicano che non godeva delle sue simpatie, sbeffeggiandola crudelmente in un centinaio di messaggi.

Meno gravi, ma comunque fonte di preoccupazione per il povero Starmer, il curriculum gonfiato della Cancelliera Rachel Reeves, le parentele ingombranti dell’ex ministro Anticorruzione Sadiq Tulip (dimessasi perché nipote dell’ex premier del Bangladesh che attualmente è indagato, si pensi un po’, per corruzione), gli affitti di appartamenti invasi da muffa e topi di proprietà del deputato Jas Athwal. Non proprio gli integerrimi personaggi di cui Starmer aveva promesso, in campagna elettorale, di circondarsi. E del resto le mele marce e gli allegri burloni che si fanno gli affari propri a Westminster ci sono sempre stati. Lo testimonia Simon Hart, nello spassoso diario sui 15 anni trascorsi tra i conservatori, di cui due come capogruppo durante il mandato di Rishi Sunak. Tra gli aneddoti più divertenti di Ungovernable ci sono il salvataggio di un deputato trovato in un bordello di Bayswater in compagnia di una signora ritenuta un’agente del Kgb, la storia di un dipendente parlamentare recatosi a un party vestito da Jimmy Savile e finito ad accoppiarsi con una bambola di gomma, mentre altri si sono azzuffati per farsi un selfie con il re in visita al Parlamento. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, neppure le recenti rivelazioni del Guardian che, in un’inchiesta esclusiva, racconta come il 10 per cento dei rappresentanti della Camera dei Lord siano stati assunti da privati come consulenti politici e molti altri svolgano lavori retribuiti per aziende in palese conflitto d’interessi con il loro ruolo di legislatori. Un quarto di secolo dopo che Blair aveva tentato nel 1999 di ridurre il numero dei membri ereditari, si attende ancora che Starmer metta mano a una riforma che renda la Camera Alta più rappresentativa di quella attuale. Nel frattempo, il motto è sempre lo stesso: chi può si diverta, che a piangere ci pensano gli elettori.

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Erica Orsini