L’Ue è sempre più spaccata sull’Ucraina
Il piano da 40 miliardi della Kallas non convince molti Paesi europei. E crescono intanto i dubbi sulla linea critica che l’Alto rappresentante Ue sta portando avanti nei confronti della Casa Bianca
Sembra farsi sempre più in salita il destino del piano da 40 miliardi di euro sul sostegno militare europeo a Kiev, proposto dall’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri, Kaja Kallas. “Ci stiamo lavorando, su scala ridotta, ascoltando le preoccupazioni dei diversi Paesi”, ha detto la diretta interessata. L’obiettivo, almeno per ora, sarebbe quello di approvare cinque miliardi di euro per due milioni di munizioni chieste dal governo ucraino. Il tutto dovrebbe comunque avvenire sulla base del principio di proporzionalità dei contributi.
Secondo la Kallas, le resistenze al piano arriverebbero “da Paesi che sono lontani e che forse non vedono la minaccia in modo così forte”. “Ma la minaccia c'è, oggi più che mai”, ha aggiunto. L’Alto rappresentante ha inoltre definito “inaccettabile” l’interruzione dell’invio di armamenti a Kiev. “Abbiamo visto quel che è successo con Minsk 1 e 2: se Mosca ottiene il divieto di fornire aiuti militari all’Ucraina, sarà libera di continuare perché gli ucraini non potranno difendersi da soli, quindi è chiaro che non può funzionare”, ha proseguito, per poi continuare: “La garanzia di sicurezza più forte è un esercito ucraino forte, anche questo è molto chiaro”.
Ricordiamo che, negli scorsi giorni, il piano della Kallas è stato accolto con una certa freddezza tanto dall’Italia quanto dalla Francia. Scetticismo è stato espresso anche dalla Spagna, mentre l’Ungheria e la Slovacchia si sono dette nettamente contrarie. In particolare, secondo indiscrezioni, Parigi temerebbe che il piano della Kallas possa creare dei problemi alla proposta di una coalizione dei volenterosi a cui l’Eliseo sta lavorando: una proposta che, a sua volta, non è stata accolta all’unanimità dal blocco europeo. A favore del piano elaborato dall’Alto rappresentante si sono invece schierati i Paesi baltici, a partire dalla Lituania. Riemergono quindi in seno all'Ue le differenze, mai sopite, tra Est e Ovest.
Tra l’altro, c’è chi teme che le posizioni recentemente assunte dalla Kallas siano eccessivamente in contraddizione con la linea portata avanti dall’amministrazione Trump sulla diplomazia ucraina. In tal senso, l’Alto rappresentante ha avuto delle parole particolarmente critiche verso la recente telefonata tra il presidente americano e Vladimir Putin. “I due resoconti della telefonata tra Trump e Putin sono diversi, ciò dimostra che della Russia non ci si può fidare. Non vuole fare concessioni”, ha detto. Secondo alcuni, la linea critica della Kallas verso la Casa Bianca rischierebbe non solo di indebolire ulteriormente le relazioni transatlantiche ma anche di condannare Bruxelles alla completa irrilevanza.
Il problema, a livello complessivo, è che l’Ue appare sempre più spaccata internamente e incapace di assumere un’autentica prospettiva di carattere geopolitico. E questa situazione caotica, già di per sé, rappresenta un colpo fatale alla deterrenza che qualcuno in Europa sostiene di voler costruire.