Macron Le Pen
(Ansa)
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In una Francia nel panico va in scena il festival del «tradimento politico»

Mancano 17 giorni al voto e a Parigi è un continuo parlare di alleanze, accordi e clamorosi passaggi di politici e voti da una parte all'altra

Mentre ieri in Francia la sinistra sembrava ricompattarsi dietro il nuovo Fronte Popolare (anche se Jean-Luc Mélenchon restava in agguato), a destra è andato in scena lo show più pazzo del mondo. Ah, i francesi. Prima se la sono presa con Éric Ciotti, poi con Marion Maréchal. Infine li hanno fatti fuori entrambi. O forse no.

Ma vediamo com’è andata. Ciotti era responsabile di aver voluto allearsi con il Rassemblement National della Le Pen, ma senza avvertire (o chiedere il permesso) i colleghi: i quali, dopo che lui si è barricato nel suo ufficio impedendo loro di riunirsi, si sono dati appuntamento un po’ più in là e lo hanno espulso dai Républicains. Cambiando pure la password di X in cui twittavano che no, lui non era più dei loro. Solo che si erano dimenticati di bloccargli pure l’account Facebook, quindi Ciotti ha continuato per ore a dire la sua, scrivendo che l’espulsione non aveva alcuna conseguenza legale, ma semmai penale. Ha fatto perfino in tempo a indire una petizione e a raccogliere 10mila firme di sostegno alla sua alleanza con RN. Poi X ha bloccato per qualche ora i repubblicani perché i loro post “non rispettavano le regole del social media”. Senza specificare quali fossero esattamente. Risultato? “Come se fosse Antani”, nel senso che Ciotti questa mattina alle 10.15 si è presentato in ufficio come se niente fosse, come se la sostituzione con il duo composto da François-Xavier Bellamy e Annie Genevard alla guida del partito (fondato nel 2015 da Nicolas Sarkozy come successore dell’Unione per un Movimento Popolari) non ci fosse mai stata e promettendo battaglia in tribunale. Rien ne va plus.

I giochi, però, erano vivaci anche in Reconquête, il partito di ultradestra lanciato a fine 2021 da un altro Éric, il Zemmour editorialista del quotidiano conservatore Le Figaro. E la colpa, questa volta, era tutta di Marion Maréchal, 34 anni, nipotina di Marine Le Pen e preferita del nonno Jean-Marie appena eletta in Europa domenica proprio con Réconquete. In un'intervista piccata su BFM TV, Zemmour ha dichiarato di essere disgustato perché Marion ha battuto “il record mondiale di tradimento”. E l’ha a sua volta espulsa dal partito, ma con un post su X. E perché? Pare che lunedì Marion avesse tentato un riavvicinamento alla zia, ma che Bardella dopo la famosa “dédiabolisation”, cioè la normalizzazione del partito, non volesse più saperne di quel piccolo demone di Zemmour. Il giorno dopo, invece, era Marion a tornare in famiglia “per il bene dei francesi”.
Durante una conferenza stampa la Maréchal ha denunciato l’errore del suo ex presidente che ha criticato per aver voluto presentare candidati contro la RN alle elezioni politiche del 30 giugno e del 7 luglio. I dissensi tra il quarto candidato alle elezioni presidenziali, che ha intensificato gli attacchi contro il RN, e Marion Maréchal, più incline all'apertura, erano arrivati al culmine negli ultimi giorni. “Disgustato e ferito”, Éric Zemmour ha accusato la sua ex protetta di “mentire”, di averlo “tradito” per salvare “gli amici del clan” e di essere “circondato da professionisti del tradimento”. «Sono stato io a designarla capolista, sono stati i miei attivisti a portare avanti questa campagna. Gli attivisti hanno tirato avanti per lei, hanno dato i loro soldi per lei. E dopo 48 ore, tradisce queste persone, le abbandona come cani, come calzini vecchi», si è arrabbiato Éric Zemmour. Una svolta che, secondo lui, avrebbe una spiegazione: «Lei è per il ricongiungimento familiare», ha scherzato con Le Figaro.

Un tourbillon di emozioni che ha portato però la pace nella famiglia Le Pen. Sposata con l'eurodeputato di FdI, Vincenzo Sofo, con cui è stata avvistata anche ad Atreju, Marion a 23 anni è stata la più giovane eletta all’assemblea nazionale nel 2012 e a 27 ha deciso di dedicarsi alla figlia Olympe per qualche tempo. Era tornata in campo proprio con Zemmour: «Questa esclusione mi sembra uno spreco immenso», ha ripetuto più volte Marion che però non si dimetterà dal suo mandato di eurodeputata. «Non voglio avere un ministero, non voglio essere una candidata alle Legislative. Sto con RN per coerenza e per non disperdere voti». Il suo chiodo fisso è battere Emmanuel Macron. Auguri.

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Ilaria Bellantoni

Avrebbe dovuto fare la maestra di sci, invece si è messa a scrivere. Duraniana e juventina, è famosa per fare domande imbarazzanti in ognuna delle quattro lingue che conosce. Laureata vanamente in scienze politiche, si occupa da sempre di costume e spettacolo e ha lavorato come caposervizio a Max, Myself, Glamour, GQ e Vogue Italia. Ha due figli (Berenice e Vittorio) e un golden retriever (Rio). Dopo aver pubblicato un libro, Lo chef è un Dio (Feltrinelli), è stata ghost writer di celebrità e politici e porta in giro il Festival della Parola Reloaded. Vive a Milano, ma sogna di trasferirsi in una villa a Ko Phangan. O in una baita a Courmayeur.

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