Le elezioni di Midterm finiscono senza vincitori, anzi solo sconfitti
I democratici perdono alla camera e si trovano con un senato in bilico. Ma l'ondata repubblicana che Trump sognava non c'è stata
Alle ore 12 italiane, la situazione dello spoglio si è fatta leggermente più chiara, anche se per i risultati definitivi bisognerà aspettare ancora ore (se non addirittura giorni).
Donald Trump ha rimediato due sonore batoste in Pennsylvania, dove il suo candidato senatore, Mehmet Oz, e il suo candidato governatore, Doug Mastriano, sono stati sconfitti dai rispettivi avversari democratici. Per l’ex presidente si tratta di un brutto colpo, anche perché il naufragio di Oz ha permesso all’asinello di conquistare un seggio senatoriale che era in mano ai repubblicani.
Brutte notizie per i repubblicani arrivano anche dall’Arizona, dove – a spoglio ancora in corso – il senatore dem uscente, Mark Kelly, risulta saldamente avanti: va specificato che Kelly è un democratico di centrodestra e, proprio per questo, risulta più difficilmente scalzabile da parte dell’elefantino.
Notizie più incoraggianti per il Gop giungono invece dal Nevada: qui, a spoglio ancora in corso, il repubblicano trumpista Adam Laxalt è avanti di oltre due punti sulla senatrice dem uscente, Catherine Cortez Masto: se Laxalt dovesse aggiudicarsi il seggio, ciò consentirebbe all’elefantino di compensare la perdita in Pennsylvania.
Occhi puntati infine sulla Georgia. Qui il senatore dem uscente, Raphael Warnock, è avanti dello 0,9% sullo sfidante repubblicano Herschel Walker: entrambi non superano tuttavia al momento il 50% dei consensi a causa del candidato del Libertarian Party che ha conseguito il 2%. In base alla legge statale, questa situazione rende quindi quasi certo un ballottaggio, che si terrà in caso il prossimo 6 dicembre.
Per quanto riguarda la Camera dei rappresentanti, resta al momento probabile che l’elefantino possa riuscire a riconquistarne la maggioranza. Si prevede tuttavia che il margine non sarà amplissimo.
Al netto dei risultati definitivi però alcune osservazioni si possono già fare. Trump non ha avuto quell'ondata repubblicana che era pronto a cavalcare in una corsa (in discesa) verso la candidatura per la Casa Bianca tra due anni. Dall'altra parte il partito democratico può pensare allo scampato pericolo ma dovrà riflettere seriamente sul prossimo biennio dove comunque deve recuperare lo svantaggio rispetto al partito repubblicano. Insomma quello che ci attende saranno 24 mesi ad altissima tensione con tutte le carte aperte in vista della corsa per la presidenza Usa del 2024