Miliziani russi coinvolti nell'uccisione e nella deportazione di civili nella Repubblica Centrafricana
La compagnia di paramilitari russa attualmente gestisce una delle più grandi miniere d’oro del paese, i cui profitti possono confluire nel fondo di guerra russo. Tra il 2018 e il 2022, Mosca si è affermata come il principale fornitore di armi per il continente africano, coprendo il 40% delle sue importazioni.
L’Africa Corps le Forze africane russe, ancora conosciute con il vecchio e consolidato nome Gruppo Wagner, sono state coinvolte nell'uccisione e nella deportazione di civili nella Repubblica Centrafricana. La compagnia di paramilitari russa attualmente gestisce una delle più grandi miniere d’oro del paese, i cui profitti possono confluire nel fondo di guerra russo. Il famigerato esercito mercenario, trasferito nel 2023 sotto il Ministero della Difesa russo, opera nella Repubblica Centrafricana dal 2018. In cambio dell'assistenza militare al presidente Faustin-Archange Touadéra nella guerra civile del Paese, alle aziende legate al Gruppo Wagner sono stati concessi diversi preziosi diritti minerari. La più significativa di queste è la miniera d'oro di Ndassima che si stima sia in grado di produrre fino a 62 tonnellate d'oro all'anno. L’Africa Corps ha tratto profitto dall'estrazione dell'oro nella Repubblica Centrafricana e in Sudan. Inoltre, aziende minerarie russe esportano diamanti da Angola e Zimbabwe, così come bauxite dalla Guinea. Il Gruppo Wagner è già stato accusato di omicidi, deportazioni di massa e stupri a Ndassima e in altre comunità minerarie. Secondo SVT i crimini del Gruppo Wagner sono continuati negli ultimi anni. Una donna che viveva nella zona afferma che i russi sono arrivati nel suo villaggio natale nel settembre 2023 e ha annunciato che «la zona ora appartiene ai russi e al presidente Touadéra». Quando gli abitanti del villaggio si rifiutarono di abbandonare le loro case i soldati russi aprirono il fuoco aprirono il fuoco. Le immagini satellitari rivelano che due villaggi della zona sono scomparsi nel giro di poche settimane, nell’autunno del 2023. «Mio marito è stato assassinato a sangue freddo davanti ai nostri figli. Sono ancora traumatizzati. Ho raccontato alle autorità cittadine di come siamo stati cacciati da Ndassima, ma nessuno ha fatto nulla per aiutarci», ha affermato una donna sopravvissuta agli attacchi.
Anche altre fonti intervistate da SVT descrivono che i russi deportarono, torturarono e uccisero gli abitanti della zona. La vicenda è confermata anche da un soldato centrafricano che ha combattuto accanto ai russi: «Ciò che abbiamo fatto con Wagner è terribile. Arrestiamo le persone per poi ucciderle, le rinchiudiamo finché non muoiono. Uccidiamo le persone e le gettiamo nel fiume. Il mio dovere è dire la verità. Ucciderò i miei connazionali, perché se mi rifiuto, i russi mi uccideranno». Secondo i rapporti del Ministero della Difesa statunitense il Gruppo Wagner in pochi anni ha saputo inserirsi come attore politico in quattordici Paesi, sfruttando anche il disimpegno americano durante l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump, nonché crescenti sentimenti negativi nei confronti della Francia che aveva forti influenze e interessi in alcuni Paesi africani. La lista degli stati che hanno relazioni con Wagner comprende Libia, Eritrea, Sudan, Sud Sudan, Algeria, Mali, Burkina Faso, Camerun, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Niger, Madagascar, Mozambico e Zimbabwe. Dal 2015, la Russia ha siglato accordi di cooperazione militare con 43 nazioni africane, come riportato dal Parlamento europeo.
Tra il 2018 e il 2022, Mosca si è affermata come il principale fornitore di armi per il continente africano, coprendo il 40% delle sue importazioni. La Russia è impegnata a supportare Burkina Faso e Mali nello sviluppo dei loro settori nucleari, offrendo anche opportunità per accogliere un numero maggiore di studenti africani. Questo avviene in un contesto in cui l'Europa adotta misure per limitare l'arrivo dei migranti. La Francia, che aveva posto fine al suo dominio coloniale nell'Africa occidentale negli anni Sessanta, ha ritirato le proprie truppe da Mali, Burkina Faso e Niger, in seguito ai recenti colpi di Stato militari e al crescente sentimento antifrancese in quei Paesi. In questo vuoto la Russia ha dispiegato i mercenari del gruppo Africa Corps in tutto il Sahel, con l'obiettivo di supportare i governi locali nella lotta contro gli insorti jihadisti. Tuttavia, l’operazione non ha raggiunto i risultati sperati: le fazioni affiliate ad al-Qaeda e allo Stato Islamico continuano a colpire quotidianamente. In Mali e Burkina Faso, i gruppi jihadisti controllano ormai vaste aree del territorio. Le aree settentrionali della Costa d’Avorio, specialmente quelle al confine con il Burkina Faso e il Mali, sono particolarmente vulnerabili. In queste zone, si sono verificati attacchi contro le Forze di sicurezza e la popolazione civile. Le autorità ivoriane hanno intensificato le misure di sicurezza per contrastare queste minacce, ottenendo alcuni successi, tuttavia, i gruppi locali legati ad al-Qaeda e allo Stato islamico in guerra tra loro colpiscono ogni giorno.