Musk contro Soros: il cortocircuito delle ipocrisie tra sovranismo e ingerenze straniere
Dal Mondo

Musk contro Soros: il cortocircuito delle ipocrisie tra sovranismo e ingerenze straniere

Tra Musk e Soros, lo scontro sui miliardari divide la politica

Il cortocircuito internazionale è servito. Nel bel mezzo delle polemiche sul presunto accordo tra governo italiano e Elon Musk riguardante la rete satellitare Starlink – accordo al momento smentito – il magnate di Tesla punta il dito contro l’altra storica eminenza grigia al centro da anni di tutte le teorie del complotto, vale a dire l’intramontabile George Soros. Scrive Musk su X: “Soros ha speso milioni per creare il falso incubo dei richiedenti asilo, che sta distruggendo Europa ed America”. Il messaggio di Musk è chiaro: chi si indigna sulla base delle voci di ingerenza straniera, ha sempre scelto il silenzio di fronte alle scorribande del miliardario ungherese. E quindi non può dar lezioni di trasparenza.

E’ la contraddizione di una sinistra che, pur presentandosi come il terminale delle tecnocrazie sovranazionali, oggi si scopre sovranista solo a sentire i rumors di un’ingerenza americana. E si scandalizza per la mole di ricchezza su cui siede Musk: ricchezza attraverso la quale sarebbe pronto a manipolare l’opinione pubblica mondiale, quella italiana soprattutto, visti i buoni rapporti che intercorrono tra Roma e la nuova amministrazione di Washington.

Ma la storia dimostra che c’è miliardario e miliardario: dipende dal colore politico. Non a caso il centrosinistra ha perpetuamente difeso Soros dagli attacchi periodici della destra, quella destra che ancora oggi lo accusa di promuovere a suon di denaro le ondate migratorie. Nel caso di Soros, insomma, la pecunia non olet affatto: e i finanziamenti stranieri non sono poi così malvagi, se servono a sovvenzionare le primavere arabe e le rivolte democratiche, speculare contro la lira nei primi anni Novanta, foraggiare per interposta persona associazioni e partiti di mezzo mondo, tutti rigorosamente progressisti e democratici. In quel caso nessuna polemica: se qualcuno protesta, viene spedito con biglietto di sola andata nel calderone degli impresentabili complottardi. Per carità, è vero che sulla galassia Soros aleggia da sempre un alone mistico, che vorrebbe il magnate in cima alla piramide degli illuminati che guidano segretamente i destini del mondo. Volando più basso, con fare prosaico, è vero che la fondazione Soros fa girare milioni, e tutti per cause affini alla bandiera socialdemocratica. Ma ciò che a Soros è concesso, al reazionario Musk è evidentemente negato, nella teoria ancor prima che nella pratica, poiché il riccone degli States è il più stretto compare del diabolico Donald Trump.

Ben si capisce come, in questa lunga trafila di ipocrisie, l’interesse nazionale di cui si parla in queste ore sia l’ultimo pensiero. Diffidare da chi si straccia le vesti di fronte alle inaccettabili “ingerenze straniere”. Anzi, chi è senza ingerenza, scagli la prima pietra.

TUTTE LE NEWS DAL MONDO

I più letti

avatar-icon

Federico Novella