Dal nucleare all’Africa: le pericolose ambizioni dell’Iran
Incurante delle pressioni internazionali Teheran continua nella sua politica di espansione sullo scacchiere geopolitico
Le manovre internazionali dell’Iran si stanno facendo sempre più preoccupanti. Un primo aspetto da considerare è quello delle sue ambizioni nucleari. Negli scorsi giorni, Teheran ha rafforzato i propri legami con Paesi piuttosto pericolosi e in possesso di un arsenale atomico, come Pakistan e Corea del Nord. Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, si è innanzitutto recato a Islamabad, per avviare una fase di distensione con il Pakistan dopo un periodo di significativa turbolenza. Inoltre, mercoledì, si è recata in Iran una delegazione nordcoreana. Questi movimenti vanno collegati al fatto che, a metà aprile, il Washington Post aveva riportato che Teheran sarebbe ormai a un passo dalla bomba atomica. Non solo. Pochi giorni fa, gli stessi vertici dell’Aiea hanno reso noto che il regime khomeinista potrebbe entrare in possesso nel giro di poche settimane della quantità di uranio arricchito necessaria per conseguire l’ordigno nucleare.
Ma non è finita qui. L’attivismo degli ayatollah continua a riguardare anche il continente africano. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Irna, si è appena svolta a Teheran la seconda edizione dell’International Iran-Africa Economic Conference: segno che il regime khomeinista punta a intensificare la propria influenza sull’area. Questa non è d’altronde una novità. A gennaio, il vicepresidente iraniano, Mohammad Mokhber, ebbe un incontro con il primo ministro del Niger, Ali Mahaman Lamine Zeine. Nell’occasione, fu pronunciata una dura critica nei confronti delle sanzioni occidentali. Era inoltre marzo scorso, quando Teheran ha auspicato un ulteriore rafforzamento dei legami commerciali con il Burkina Faso. Non è del resto un mistero che la Russia stia progressivamente consolidando la propria longa manus sul Sahel: quella Russia che è uno stretto alleato proprio dell’Iran.
A rendere ancora più inquietante la situazione sta il fatto che, secondo quanto riportato dal New York Times, gli Stati Uniti sarebbero in procinto di ritirare i propri soldati presenti nel Ciad: una mossa, quella americana, che è arrivata poco dopo l’addio dei militari di Washington al Niger. Va detto che, differentemente dal caso nigerino, il Pentagono ha fatto sapere di voler provare a rilanciare i colloqui sulla cooperazione militare con il Ciad. Tuttavia quanto verificatosi resta un segnale decisamente allarmante: ricordiamo che, negli ultimi due anni, Mali, Burkina e Niger si sono man mano inseriti dell'orbita di Mosca. Non solo. A settembre, questi tre Paesi hanno firmato un patto di sicurezza che prevede l’assistenza militare reciproca, dando di fatto uno schiaffo all'Ecowas e alla Francia.
Ecco, tutto questo deve essere monitorato con estrema attenzione. Non solo l’Iran si sta muovendo sul piano nucleare ma sta anche rafforzando la propria influenza sul continente africano, a partire dalla regione del Sahel: un elemento, questo, che potrebbe mettere sotto pressione il fianco meridionale della Nato.