( Ansa)
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Israele ha fondato una società fittizia per sabotare Hezbollah

Stando a quanto riportato dal New York Times, la società ungherese BAC, che possedeva la licenza per utilizzare il marchio Apollo Gold, era in realtà una società fittizia creata da Israele. Il suo scopo era produrre cercapersone destinati al gruppo terroristico Hezbollah, nell'ambito di una complessa operazione di sabotaggio.

Tra martedì e mercoledì, Israele ha causato almeno 31 morti e oltre 4.300 feriti in Libano: ha compromesso la rete di forniture elettroniche di Hezbollah, il gruppo paramilitare e politico organizzato e finanziato all'Iran, che domina vaste aree del Paese. Martedì, intorno alle 15, sono esplosi migliaia di cercapersone utilizzati dai miliziani: 11 morti e 4.000 feriti. Il giorno seguente, alla stessa ora, sono esplosi centinaia di walkie-talkie: altre 20 vittime e 450 feriti. A poche ore dai fatti emerge una clamorosa notizia: La società BAC, responsabile dei cercapersone esplosi martedì in Libano, è stata creata da Israele come parte di un'operazione sofisticata, secondo quanto riportato dal New York Times. BAC, con sede in Ungheria, possedeva la licenza per utilizzare il marchio della compagnia taiwanese Apollo Gold. Le esplosioni che hanno coinvolto i cercapersone martedì e le radio portatili mercoledì hanno colpito principalmente membri di Hezbollah. Tra i circa 40 morti e oltre 3.000 feriti, solo quattro delle vittime non erano affiliate a Hezbollah, tra cui il figlio di un parlamentare libanese legato al gruppo. Tuttavia, anche lui possedeva un cercapersone di Hezbollah, sollevando dubbi sulla sua presunta neutralità. Il Times ha indicato che le esplosioni di mercoledì potrebbero aver coinvolto una quantità maggiore di esplosivi rispetto a quelle del giorno precedente.

Israele non ha commentato né rivendicato gli attacchi, ma una dozzina di funzionari attuali ed ex dell'intelligence e della difesa sostengono, in condizione di anonimato, che Israele sia dietro queste azioni, descritte come "attacchi". Questi funzionari hanno confermato che l'operazione è stata lunga e complessa. A febbraio, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva dichiarato che gli "agenti israeliani" erano i telefoni cellulari in possesso dei combattenti e delle loro famiglie, utilizzati per rintracciare i terroristi. Nasrallah aveva consigliato ai suoi uomini «di non usare i telefoni e di riporli in scatole di ferro chiuse a chiave». L'intelligence statunitense ha riferito che, secondo Nasrallah, i cercapersone erano considerati più sicuri poiché potevano ricevere informazioni senza rivelare la posizione degli utenti ed erano meno vulnerabili agli attacchi informatici. Tuttavia, questa valutazione si è dimostrata totalmente errata. Oggi è atteso il discorso del leader di Hezbollah , chiamato a ristabilire l'ordine all'interno di un'organizzazione confusa e destabilizzata. Nel frattempo, il suo vice, Hashem Safieddine, ha promesso «una vendetta sanguinosa». Tuttavia, in pochi in Libano credono che Hezbollah sceglierà di andare allo scontro armato con Israele magari colpendo infrastrutture civili. Un'escalation del conflitto che coinvolgerebbe l'intero Libano sembra molto improbabile, poiché il cosiddetto “partito di Dio” non potrebbe sostenere un simile scontro senza pagare un pesante prezzo politico e in termini di consenso popolare in un paese già stremato dalla crisi economica che sembra senza fine.

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Stefano Piazza