Omicron ferma l'Isis nel sud est asiatico
La pandemia riesce dove negli ultimi due anni tutti hanno fallito: rallentare la corsa dei terrorismo islamico
C’è preoccupazione in Thailandia dopo che ieri mattina su alcuni canali Telegram gestiti da simpatizzanti dello Stato islamico è apparso un video della durata di 50 secondi nel quale ‹‹i mujaheddin in Thailand›› hanno annunciato la loro bay'a, il giuramento di fedeltà allo Stato islamico. Nel video si vedono armi e alcuni miliziani mentre si addestrano nella foresta, anche se è difficile stabilire quanti siano i componenti di questo gruppo armato. Il video è stato girato quasi certamente nella regione di confine meridionale della Thailandia, dove perdura l'insurrezione armata che secondo autorevoli stime ha provocato dal 2004 più di 7.200 morti. Qui solo nel 2021 sono stati registrati 423 incidenti violenti, con 104 morti e 169 feriti, mentre nel 2020 si sono verificati 335 incidenti violenti, con 116 morti e 161 feriti.
La notizia sulla Thailandia è arrivata dopo che alcuni think tank della regione hanno diffuso i dati relativi all’allarme terrorismo nei Paesi del sud-est e dell'Asia meridionale dove, complice la pandemia da Sars Cov-2, dicono che le minacce terroristiche portate dall’Isis e da Al-Qaeda, che qui come altrove competono, sono diminuite nel 2021. Scorrendo i dati contenuti nel report del Counter Terrorist Trends and Analysis si scopre che l’anno scorso ci sono stati meno incidenti legati al terrorismo in Indonesia, Malesia, Filippine e Bangladesh, mentre in Thailandia, nel 2021, gli incidenti violenti legati all'insurrezione nell'estremo sud sono stati simili a quelli dell'anno precedente. In Indonesia, il più grande Paese del sud-est asiatico, il numero di attacchi terroristici e complotti organizzati da gruppi militanti islamici estremisti violenti è diminuito negli ultimi due anni e le diminuite attività di gruppi come la Jamaah Ansharut Daulah (JAD) e i Mujaheddin dell'Indonesia orientale (MIT) nel biennio 2020-2021 <<possono essere in parte attribuite alle restrizioni di movimento e ai maggiori costi associati ai viaggi interni a causa della pandemia>>.
Sempre a proposito di numeri, nel 2021 i jihadisti della JAD, attualmente la più grande rete terroristica affiliata all'Isis in Indonesia, è stata coinvolta in almeno nove attacchi (11 nel 2020), cinque dei quali con materiali esplosivi. L’obbiettivo preferito dagli islamisti indonesiani sono le forze di polizia, i cristiani e cittadini cinesi che operano nel Paese. Se la pandemia ha frenato le attività sul terreno la jihad digitale cresce ogni giorno di più, come visto lo scorso 21 dicembre nel blitz della squadra speciale antiterrorismo della polizia indonesiana (Densus 88) che ha arrestato quattro uomini sospettati di essere membri della rete terroristica JAD, per la quale operavano sul web e in numerosi gruppi WhatsApp. La National Counterterrorism Agency (BNPT) ha affermato che il distaccamento speciale della polizia o Densus 88 ha preso provvedimenti su 364 presunti casi di terrorismo nel corso del 2021 nei quali erano coinvolti affiliati alla JAD, ai MIT ed altre sigle minori ma non certo meno pericolose, come la Jamaah Islamiyah.
Anche in Malesia la pandemia ha influito sul calo delle attività terroristiche lo scorso anno: ‹‹Le restrizioni ai movimenti guidate dalla pandemia che hanno ostacolato i movimenti interstatali e internazionali hanno anche appiattito la curva del terrorismo in Malesia tanto che l’scorso le autorità non hanno effettuato arresti legati al terrorismo nella Malesia peninsulare mentre erano stati sette gli arresti nel 2020; 72 nel 2019; 85 nel 2018; 106 nel 2017 e 119 nel 2016››.
Quindi pericolo scampato? No di certo, perché gli analisti hanno espresso la preoccupazione per il fatto che le minacce terroristiche si fossero spostate online: ‹‹I blocchi imposti dal Governo hanno costretto le persone a trascorrere più tempo online, aumentando la probabilità che individui vulnerabili siano esposti a ideologie radicali sulle reti informatiche. In tutta la regione, gruppi come Isis hanno aumentato i loro sforzi di reclutamento e radicalizzazione attraverso i social media durante la pandemia››. Tutte persone che terminata l’emergenza pandemica metteranno in atto quanto appreso sul web. Anche nelle Filippine le organizzazioni terroristiche stanno soffrendo per le restrizioni dovute alla pandemia, tuttavia, nella regione meridionale di Mindanao anche se ‹‹il numero di incidenti terroristici riusciti è sceso da 134 nel 2019, a 59 incidenti nel 2020 e 17 nel 2021››, i miliziani legati all’Isis o ad Al-Qaeda stanno approfittando della situazione per riorganizzare le loro fila colpite da numerosi arresti e decessi di vari leader uccisi dall’esercito filippino. Questo però non vuol dire che non sfruttino l’occasione quando capita, come avvenuto lo scorso 10 gennaio nella città di Piagapo, nella regione di Lanao del Sur, dove l’Isis ha annunciato di aver attaccato e ucciso ‹‹alcuni cristiani che lavoravano in un progetto del Governo filippino. Il nostro attacco ha portato alla morte di 3 persone e al ferimento di un'altra››.
Infine, preoccupa e non poco il Bangladesh dove il 1°luglio 2016 all'interno del ristorante Holey Artisan Bakery situato nel quartiere diplomatico di Gulshan, nella capitale, non distante dall'ambasciata italiana di Dacca, morirono per mano dell’Isis nove cittadini italiani (29 in totale le vittime compresi alcuni degli attentatori) e dove nel 2021 ‹‹ci sono stati due attacchi falliti rispetto ai quattro riusciti nel 2020››, ma il dato che impressiona è che nonostante la crisi pandemica le autorità hanno arrestato circa 130 sospetti terroristi appartenenti a Neo-JMB, una fazione separatista filo-Isis di Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh, un gruppo interessato ‹‹a prendere di mira le forze dell'ordine, le chiese, note personalità indù e buddiste e lavoratori di organizzazioni non governative››. Tra gli arrestati ci sono coloro che si sono occupati di addestrare i miliziani alla costruzione di “bombe sporche” da utilizzare contro autobus, aule di tribunale e altri luoghi pubblici. Infine per tornare alla Thailandia, i membri del gruppo che ha giurato fedeltà all'Isis hanno dimostrato la loro preparazione tecnica e fisica per compiere possibili attacchi contro le forze governative oltre ad essere in grado di fabbricare vari proiettili, compresi i razzi. Finita la pandemia e le relative restrizioni questa parte di mondo tornerà ad incendiarsi.