(l portavoce dell'esercito israeliano (IDF), Daniel Hagari nel tunnel)
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L'Onu ammette di essere inutile in Libano

Le IDF hanno scoperto nel sud del Libano il quartier generale sotterraneo (800 metri sotto terra) degli Hezbollah del quale nessuno nel corso degli anni si era accorto.

Ieri le forze dell'IDF hanno scoperto e fatto irruzione nel quartier generale sotterraneo (800 metri sotto terra) dell'unità della Radwan Force nel sud del Libano. Il portavoce dell'esercito israeliano (IDF), Daniel Hagari, ha pubblicato sul proprio profilo X un video nel quale lo si vede all'interno di un grande tunnel di Hezbollah nel sud del Libano, usato dai membri dell'unità d'élite Radwan. Nei cunicoli sono stati trovati anche dei motorini, con cui, secondo lo stesso Hagari, i miliziani del movimento sciita volevano invadere e attaccare Israele, come avvenuto il 7 ottobre 2023. E tutto questo sotto gli occhi della missione UNIFIL.

Una missione inutile costata miliardi di euro

Che la missione delle Nazioni Unite in Libano non abbia fin qui ottenuto alcun risultato non è un segreto per nessuno, e le immagini che mostrano i tunnel sotterranei di Hezbollah a poche centinaia di metri dalle strutture dell'ONU non fanno che confermare quanto accaduto negli anni. Dopo una serie di prese di posizione contro Israele, da parte di molte personalità politiche a livello internazionale, secondo le quali Israele avrebbe sparato volontariamente sui caschi blu, compresi i soldati italiani, ha parlato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha respinto le accuse secondo cui le truppe israeliane «hanno deliberatamente preso di mira le forze di pace dell'UNIFIL in Libano», definendole «accuse completamente false». Ha ripetuto la richiesta «di ritirare le truppe dalle zone di combattimento», ma UNIFIL ha già chiarito che non ci sarà alcun ritiro.

Che la missione UNIFIL non abbia portato a nulla fin qui lo ha ammesso l'ONU per bocca dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza, che, come ha detto la Rappresentante permanente della Svizzera Pascale Baeriswyl (presidente di turno), «riconoscono la necessità di Ulteriori misure concrete per attuare la risoluzione 1701, varata con l'obiettivo di porre fine al conflitto tra Israele e Hezbollah scoppiato nel 2006». Ricordiamo, per dovere di cronaca, che la risoluzione, oltre al cessate il fuoco, prevedeva il ritiro di Israele dal Libano, ma solo dopo che l'esercito libanese e UNIFIL hanno preso il controllo della zona. Era previsto anche il disarmo di Hezbollah e di tutti. Nel leggere la dichiarazione, Baeriswyl ha affermato che i membri del consiglio hanno ribadito il loro sostegno all'UNIFIL, sottolineandone il ruolo nel sostenere la stabilità regionale: «Hanno espresso anche la loro profonda preoccupazione per le vittime e le sofferenze civili, la distruzione delle civili e infrastrutture il crescente numero di sfollati interni. Hanno invitato tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale», ha aggiunto. I membri hanno anche sottolineato «la necessità di iniziative diplomatiche che possano porre fine in modo duraturo al conflitto e consentire ai civili su entrambi i lati della Linea Blu di tornare sani e salvare alle loro case», ha sottolineato Pascale Baeriswyl, che dovrebbe però spiegare perché UNIFIL non ha fatto tutte le cose contenute nella risoluzione.

La guerra contro gli Hezbollah

Ieri sera il capo di stato maggiore Hertzi Halevi ha effettuato una valutazione della situazione, durante la quale ha parlato dei combattimenti nella regione settentrionale e della situazione di Hezbollah. «Hezbollah nasconde i suoi morti, mentre, d'altra parte, sogna i nostri morti. Ciò dimostra che l'organizzazione terroristica si trova in una situazione difficile. Dobbiamo continuare ad aumentare questa disparità, proteggere la nostra gente, danneggiare i membri della loro organizzazione terroristica e, soprattutto, capire che Hezbollah è nei guai. Dobbiamo aumentare la pressione, spingere più forte», ha detto Halevi. Mentre scriviamo, un attacco israeliano ha colpito la periferia sud di Beirut, pubblicata testimonianza della Reuters, dopo che per giorni la zona era stata risparmiata dagli attacchi. Testimonianze della Reuters hanno sentito un'esplosione e hanno visto una colonna di fumo. Tutto è avvenuto dopo un ordine di evacuazione da parte dell'esercito israeliano per un edificio nella zona. Israele ha confermato l'attacco aereo nel sobborgo di Dahiyeh, nel sud di Beirut, e in una dichiarazione le IDF affermano: «I caccia dell'aeronautica militare israeliana, guidati da agenti dei servizi segreti, hanno colpito un deposito sotterraneo di armi di Hezbollah a Dahiyeh». L'esercito ha reso noto che, come sempre in questi casi, ha adottato misure per evitare vittime civili, tra cui l'emissione di un ordine di evacuazione per la popolazione. Infine, come scrive il Times of Israel, le IDF hanno affermato che un attacco aereo israeliano ha ucciso Mahmoud al-Mabhouh, responsabile delle operazioni con droni di Hamas nella Striscia di Gaza settentrionale. Secondo l'IDF, Al-Mabhouh era responsabile di aver diretto attacchi con droni contro Israele e le truppe israeliane.

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Stefano Piazza