Il «politically correct» del mondo occidentale, un assist al fondamentalismo islamico
La Rubrica - Appuntamento in Piazza
Nuova Zelanda
Venerdì la polizia neozelandese ha sparato e ucciso un sostenitore dell'ISIS dopo che ha ferito almeno sei persone in un attacco terroristico in un supermercato nel sobborgo di Auckland a New Lynn.
‹‹Questo pomeriggio alle 14:40 circa, un estremista violento ha compiuto un attacco terroristico›› -ha detto il Primo ministro Jacinda Ardern durante una conferenza stampa- ‹‹Questo è stato un attacco violento, è stato insensato e mi dispiace molto che sia successo››.
Ardern ha aggiunto che l'uomo era un cittadino dello Sri Lanka, un ‹‹sostenitore dell'ideologia dell'ISIS››, e una ‹‹nota minaccia alla sicurezza››, che era sotto costante sorveglianza da più Agenzie governative e per questo la polizia è stata in grado di sparargli e ucciderlo in soli 60 secondi dall'inizio dell'attacco, ha affermato. L'uomo si era procurato il coltello all'interno del negozio dove ha accoltellato i sei malcapitati. Secondo le autorità sanitarie delle sei persone ferite, tre sono in condizioni critiche e una è in condizioni gravi. L'aggressore era arrivato in Nuova Zelanda dallo Sri Lanka nel 2011 ed era finito nei radar della polizia nell'ottobre 2016 a causa del suo estremismo. La Premier neozelandese, Jacinda Ardern non ha voluto rivelare il nome dell'attentatore. Ma ha affermato che era ‹‹personalmente a conoscenza di lui prima dell'attacco e che le autorità lo stavano monitorando perché non potevano tenerlo in prigione››.
Ma la domanda è: se persino il Primo ministro è a conoscenza delle attività terroristiche di una persona è possibile che prima di intervenire bisogna aspettare che accoltelli sei persone?
Repubblica Democratica del Congo
Diciannove civili nella Repubblica Democratica del Congo orientale sono stati bruciati e uccisi venerdì dai ribelli islamisti ugandesi. Sabato sono stati trovati quattordici corpi dagli operatori della Croce Rossa che si sono recati nella vicina foresta per cercare i dispersi dopo l'attacco al villaggio di Kasanzi nel territorio di Beni nel Nord Kivu. Beni si trova nel cuore di un'area in cui le Forze Democratiche Alleate (ADF) - legate allo Stato Islamico- hanno sferrato attacchi mortali nonostante le misure di sicurezza di emergenza volute dal presidente Felix Tshisekedi. All'inizio di questo mese, un contingente di Forze speciali statunitensi è arrivato nell'area per aiutare l'Esercito congolese nella lotta contro l'ADF, secondo quanto riferito da fonti statunitensi e congolesi. Le dimensioni del contingente erano sconosciute, tuttavia, nelle foto ufficiali di un incontro tra Tshisekedi e una delegazione guidata dall'ambasciatore Usa nella Repubblica Democratica del Congo Mike Hammer si vedevano una dozzina di soldati. Troppo pochi per contenere una minaccia così grande visto che da maggio le province del Nord Kivu e dell'Ituri sono sotto assedio.
Inghilterra–USA
La Deputata della Georgia Marjorie Taylor Greene sta subendo in questi giorni una tempesta mediatica scatenatagli contro dal quotidiano inglese The Independent. Ma cosa ha fatto davvero la Deputata conservatrice americana? Ha scritto un tweet nel quale ha affermato: ‹‹Pregate per i missionari americani in Afghanistan. Ci sono Rapporti secondo cui alcune famiglie potrebbero essere state uccise. L'Islam non è una religione di pace››. Ecco un altro esempio di come oggi sia stigmatizzato dire delle verità sgradite.