Gaza cessate il fuoco
(Ansa)
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Possibile l’accordo per un cessate il fuoco a Gaza ma c’è l’incognita dell’attacco iraniano

Possibile l’accordo per un cessate il fuoco a Gaza ma c’è l’incognita dell’attacco iraniano. Gli Usa dopo i caccia inviano il sottomarino Georgia nella regione

Fonti della sicurezza israeliane ritengono che sia possibile per i negoziatori (Stati Uniti, Qatar ed Egitto) finalizzare un accordo sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi già durante i colloqui al vertice previsti per giovedì 15 agosto al Cairo o a Doha, e che l'accordo potrebbe essere firmato entro pochi giorni. Stando a quanto riportato da Channel 12, che cita «valutazioni positive fornite da fonti anonime», sono stati fatti molti passi avanti per ridurre le distanze tra Israele e Hamas riguardo ai termini di un'intesa. Anche se il movimento islamista preferirebbe procedere con il piano in tre fasi per un cessate il fuoco a Gaza, proposto dagli americani all'inizio di luglio, «piuttosto che intraprendere ulteriori negoziati o avanzare nuove proposte». In ogni caso, tutto dipenderà dalla volontà del primo ministro Benjamin Netanyahu e del leader di Hamas Yahya Sinwar. L'ufficio di Netanyahu ha annunciato il 9 agosto che Israele avrebbe mandato i propri negoziatori ai colloqui del 15 agosto «per definire i dettagli dell'attuazione dell'accordo quadro». Questo annuncio è giunto subito dopo che i mediatori hanno dichiarato in un comunicato congiunto che un accordo doveva essere concluso e messo in pratica senza ulteriori ritardi.

Sempre secondo quanto riportato da Channel 12, il Qatar ha fatto sapere che un documento con chiarimenti da parte di Israele su varie questioni controverse è stato inviato ad Hamas prima dei colloqui. Inoltre, si è appreso che Hamas sarà rappresentata al summit, il che permetterà ai mediatori di fare la spola tra le due parti. Secondo quanto riferito alla CNN da una fonte israeliana, i mediatori hanno informato i funzionari israeliani che Sinwar desidera un accordo di cessate il fuoco che metta fine al conflitto a Gaza. Tuttavia, «nessuno sa cosa voglia Netanyahu», ha riferito la fonte anonima alla rete televisiva. In particolare, secondo il canale televisivo, si ritiene che un accordo potrebbe essere raggiunto entro giovedì tra Israele, Stati Uniti ed Egitto sugli accordi riguardanti la rotta Philadelphia lungo il confine tra Gaza ed Egitto e il valico di frontiera di Rafah. I mediatori hanno accettato la richiesta di Israele di escludere Hamas da questo accordo. Israele considera le misure di sicurezza lungo il confine tra Gaza ed Egitto essenziali per impedire ad Hamas di riavviare l'importazione di armi e materiali e di ricostituire le sue capacità militari.

Le varie parti coinvolte nei negoziati stanno già discutendo i nomi degli ostaggi da liberare secondo l'accordo e i nomi dei prigionieri di sicurezza palestinesi che verrebbero rilasciati in cambio. Secondo Channel 12, Israele ha richiesto, e i mediatori riconoscono l'importanza di questa richiesta, di ricevere i nomi degli ostaggi da liberare prima di avviare l'attuazione dell'accordo. Inoltre, Israele è disposto a mostrarsi flessibile sulle richieste di Hamas riguardanti quali prigionieri di sicurezza palestinesi dovrebbero essere rilasciati e su quali rilascio Israele porrebbe il veto. Secondo quanto riferito, Israele sta segnalando che sarà più disponibile su questo argomento se Hamas includerà un numero maggiore di ostaggi in vita tra i 33 da liberare nella prima fase di 42 giorni dell'accordo previsto in tre fasi. Hamas ha richiesto il rilascio di Marwan Barghouti, terrorista ed esponente di spicco di Al Fatah, da anni indicato come un possibile leader di un governo palestinese, e dei leader delle fazioni palestinesi nella prima fase dell'accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani e il cessate il fuoco a Gaza. Lo riporta la rete Sky News in lingua araba, affermando che «la richiesta è stata accolta e sostenuta dagli Stati Uniti e dai mediatori di Egitto e Qatar». Inoltre, secondo quanto riferisce Sky News, Hamas ritiene accettabile che Barghouti, condannato a cinque ergastoli, possa governare la Giudea, la Samaria (Cisgiordania) e Gaza alla conclusione del conflitto. Qui è bene ricordare che gli israeliani hanno sempre escluso questa possibilità e appare difficile che questo possa cambiare almeno fino a quando ci sarà il governo di Benjamin Netanyahu. Sui colloqui volti ad ottenere una tregua c’è la pesante incognita dell’atteso attacco dell’Iran contro Israele in risposta all'assassinio di Ismail Haniyeh che, secondo il sito israeliano Walla, è imminente al punto che «l’ultima valutazione emersa nei giorni scorsi nella comunità dell’intelligence israeliana è che l’Iran ha deciso di attaccare direttamente Israele come vendetta per l’assassinio del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e potrebbe farlo nei prossimi giorni anche prima del vertice dei negoziati sull'accordo sui rapiti», secondo due fonti che hanno familiarità con la questione.

Mentre, secondo Times of Israel, «la nuova valutazione dell'intelligence segna una svolta rispetto ai resoconti degli ultimi giorni secondo cui l'Iran stava riconsiderando la sua promessa di una dura risposta all'assassinio, di cui attribuisce la responsabilità a Israele, in mezzo a forti pressioni internazionali». In ogni caso, secondo qualificate fonti di intelligence all’interno della Repubblica islamica iraniana, si starebbe verificando uno scontro tra il presidente Masoud Pezeshkian, che non vuole l’attacco preoccupato dalla reazione israeliana e americana, e il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, che vorrebbe lanciare un attacco più grande di quello del 13-14 aprile. A proposito di questo, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, durante una chiamata con il suo omologo israeliano Yoav Gallant, ha annunciato di aver disposto l'accelerazione del transito del gruppo d'attacco della portaerei Abraham Lincoln verso il Medio Oriente. Austin ha inoltre ordinato al sottomarino Georgia di dirigersi verso la regione sotto la giurisdizione del comando centrale (Centcom).

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Stefano Piazza