Putin contro l'Europa. Una guerra cominciata tanti anni fa
Ecco cosa scriveva nel 2007 Paolo Guzzanti sui rapporti, già allora tesi, con il capo del Cremlino
Da Panorama del 13 settembre 2007
La guerra fredda è tornata. Tutto è cominciato il 23 novembre dello scorso anno quando l'Atomic weapons establishment, il laboratorio militare nucleare di Aldermaston nel Berkshire, certificò che un cittadino britannico, Edwin Redwald Carter, era stato colpito e ucciso su suolo britannico dal primo attacco nucleare della storia lanciato da una potenza straniera. L'arma era un isotopo radioattivo, il polonio 210, introdotto violando la sovranità del Regno Unito. L'identità originale di mister Carter è quella dell'ex esule e colonnello russo Alexander Valterovich Litvinenko, colpito in una stanza d'albergo a Londra e morto tre ore prima che l'Awe scoprisse che la causa del decesso era una minuscola bomba atomica che può essere prodotta soltanto da laboratori militari per usi militari.
La guerra fredda è cominciata nel momento in cui il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha risposto all'insistente richiesta di estradizione della Procura della Corona britannica per il cittadino russo (ed ex ufficiale del Kgb) Andrei Lugovoy accusato di aver assassinato Litvinenko, facendo alzare in volo i bombardieri Tupolev con testate nucleari che non volavano dal 1992. Poco prima aveva fatto mettere sotto il tiro dei suoi missili alcune città europee e aveva avuto uno scontro aspro con il primo ministro Tony Blair pochi giorni prima che questi lasciasse il suo ufficio: Blair, che aveva sempre parlato di Putin come di un «caro e insostituibile amico», era stato sferzante. Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice l'aveva seguito portandosi dietro il presidente francese Nicolas Sarkozy e il Portogallo.
Il nuovo primo ministro britannico Gordon Brown non ha esitato a far levare i caccia per contrastare i bombardieri russi. Tutto ciò accade oggi, nel 2007. Vladimir Bukovsky, il celebre esule russo che fu liberato dopo uno scambio con il segretario comunista cileno Luis Corvalan, ha commentato dicendo: «Due sciocchezze sono state credute in Occidente: che la guerra fredda fosse finita e che l'Occidente l'avesse vinta».