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(Ansa)
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John Ratcliffe: "La Cia ha usato il Covid e la Cina per fare politica contro Trump"

L'ex numero uno dell'intelligence nazionale Usa: "Gli interessi economici e di parte hanno influenzato le analisi dei servizi. La Casa Bianca risponda a ogni provocazione di Iran ed Hezbollah".

Donald Trump ha appena designato John Ratcliffe come nuovo direttore della Cia. Ex deputato del Texas, Ratcliffe fu il Director of National Intelligence nel 2020. Si tratta di uno dei principali alleati del presidente in pectore. Probabilmente è stato scelto anche per riformare la nota agenzia di intelligence. Lo avevamo intervistato a ottobre del 2023 e ci aveva parlato della minaccia iraniana, dei Five Eyes e della stessa Cia.


John Ratcliffe, lei ha scritto sul Wall Street Journal che la Cia ha politicizzato l’intelligence su Cina e Covid. Come se lo spiega?

«Ci sono due ragioni: alcune politiche e altre economiche. Sul piano economico, ci sono forti interessi negli Usa nel proteggere la Cina: da parte di Wall Street, Silicon Valley, Hollywood e anche Washington Dc. Ci sono molti interessi finanziari in ballo e alcuni temono che, se la Cina è percepita negativamente, ciò possa avere impatti sulle opportunità e gli investimenti delle aziende americane in Cina. Questi fattori hanno determinato una riluttanza ad accusare la Cina contrariamente, per esempio, alla Russia, dove non ci sono forti legami economici con il nostro Paese. Ci sono poi interessi politici a proteggere la Cina da parte di qualcuno nel governo americano. Generalmente la percezione era che l’ex presidente Trump fosse molto duro con la Cina. Di conseguenza, la leadership cinese preferiva l’elezione di Joe Biden. Interessi nella burocrazia americana e anche alcuni analisti della Cia desideravano che Trump non fosse rieletto: hanno quindi lasciato che questo interesse politico influenzasse le loro analisi d’intelligence. Non si tratta solo di una mia opinione. L’ombudsman della comunità d’intelligence statunitense ha intervistato analisti che hanno ammesso che questi fattori hanno svolto un ruolo nelle loro analisi. Hanno ammesso che non volevano che informazioni d’intelligence contro la Cina fossero usate per aiutare Trump o per danneggiare le prospettive di elezione di Biden».

Crede che sia possibile rafforzare la cooperazione tra Italia e Usa in materia di intelligence? Un giorno Roma potrà entrare nei Five eyes?

«Per la prima domanda, la risposta è sì. Credo che Usa e Italia abbiano già una relazione molto buona in riferimento alle nostre comunità di intelligence e alla nostra volontà di condividere informazioni sulle minacce di sicurezza nazionale. Pur non facendo parte dei Five eyes, Italia, Francia e Germania sono importanti alleate in Europa. Lavoriamo insieme contro gli interessi di Russia e Cina. Non penso che un ingresso dell’Italia nei Five eyes avverrà nel breve termine, perché non è necessario diventare membri dei Five eyes per lavorare strettamente assieme. Tuttavia penso che, se le circostanze dovessero cambiare e fosse nell’interesse migliore di entrambi i Paesi condividere informazioni d’intelligence in questa alleanza, l’ingresso potrebbe essere una possibilità».

Che cosa dovrebbe fare Biden nel contesto della crisi in Israele?

«L’attacco di Hamas non è solo contro Israele. È anche un attacco contro cittadini americani. Noi riteniamo che almeno 30 americani siano rimasti uccisi negli attacchi di Hamas. Ci sono inoltre alcuni americani tra i circa 200 ostaggi. Dunque la prima responsabilità del presidente Biden è quella di garantire il rilascio di ogni ostaggio americano e di proteggere ulteriormente gli interessi e le vite americani colpite da questi attacchi. Gli Usa hanno subito un’aggressione diretta da parte di Hamas e quindi dall’Iran, che sta chiaramente dirigendo, coordinando e lavorando per aiutare Hamas. A questo punto, un’ulteriore responsabilità del presidente Biden è quella di sostenere Israele, che è un nostro importante alleato strategico, militare e morale in Medio Oriente. Mi aspetterei che il presidente adempia alle sue responsabilità come comandante in capo per supportare e lavorare con l’esercito e l’intelligence israeliani in sostegno delle loro operazioni contro Hamas a Gaza. Dovrebbe anche aiutarli a rispondere a ogni ulteriore provocazione o aggressione contro gli interessi israeliani o americani da parte sia di Hezbollah sia dell’Iran».

Quindi lei ritiene che l’Iran sia coinvolto nell’organizzazione dell’attacco di Hamas.

«Sì. È quasi certo che l’Iran abbia come minimo dato la propria approvazione a questa operazione di Hamas. Secondo l’intelligence americana, è confermato che ogni operazione di Hamas è approvata e in alcuni casi diretta e ordinata dall’Iran, che è il principale benefattore finanziario di Hamas. Sia l’intelligence americana sia fonti aperte confermano che quasi il 70% di tutti i finanziamenti di Hamas proviene dall’Iran. Quella che si è verificata è la più grande operazione mai attuata dai terroristi di Hamas. Posso affermare quasi certamente che l’Iran ha come minimo dato la sua approvazione a questa operazione. Inoltre, i leader di Hamas hanno pubblicamente dichiarato che la Repubblica iraniana ha approvato questa operazione svariate settimane prima che fosse attuata».

Ma allora perché Biden ha avviato un appeasement verso l’Iran nel 2021?

«Secondo me, ha ripristinato quello che era stato l’approccio di Barack Obama sull’Iran. Molti americani considerano l’amministrazione Biden essenzialmente come un terzo mandato dell’amministrazione Obama. Numerosi esponenti dell’amministrazione Biden, compresa la maggior parte del suo team di sicurezza nazionale, hanno lavorato nell’amministrazione Obama. Come lei saprà bene, il presidente Obama non è stato un forte alleato e amico nel sostenere Israele. A volte, ha corteggiato l’Iran ed è entrato nel Jcpoa: l’accordo sul nucleare tra Usa e Iran, da cui l’amministrazione Trump si è successivamente ritirata».

Nominato da Donald Trump, John Ratcliffe è stato Direttore dell’intelligence nazionale Usa da maggio 2020 a gennaio 2021.

(Intervista pubblicata su La Verità il 21 ottobre 2023)

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Stefano Graziosi