La mobilitazione parziale di Mosca rischia di essere un mezzo fallimento
Uomini senza esperienza, malati ed altre difficoltà. La chiamata alle armi di Putin non sembra funzionare come previsto
Mentre prosegue la controffensiva dell’esercito ucraino questa notte i russi hanno lanciato una serie di droni kamikaze che hanno colpito la città meridionale di Odessa, sul Mar Nero. L’amministrazione comunale ne ha dato notizia a Ukrinform: «Il nemico ha colpito tre volte un edificio amministrativo nel centro della città. Le operazioni di soccorso sono in corso, non sono state segnalate vittime». Dieci esplosioni invece nella città di Zaporizhzhia che stanotte è stata presa di mira dall’esercito invasore come ha detto al The Kyiv Independent Oleksandr Starukh, capo dell'amministrazione militare regionale. Intanto in Russia non si fermano le proteste con centinaia di arresti contro la mobilitazione parziale decisa dal presidente Vladimir Putin che aumentato le pene per che diserterà o si rifiuterà di combattere: ora rischierà fino a dieci anni di reclusione. Inoltre nelle ultime 72 ore altri incendi si sono verificati nei centri di reclutamento in tutto il Paese.
Ma dove si trova il presidente russo? Dopo l'annuncio della mobilitazione in Russia, il presidente si è preso qualche giorno di riposo. Secondo la giornalista russa Farida Rustamova «Il video nel quale chiamava al fronte i russi, è stato pubblicato dal Cremlino mercoledì mattina, 21 settembre. È stato preregistrato e non trasmesso in diretta (a quest'ora - 9:00 - Putin di solito dorme ancora). Più tardi quel giorno, Putin si recò a Velikij Novgorod, dove frequentò una scuola tecnica e ha assistito ad un concerto. Subito dopo, come dicono i miei interlocutori, Putin ha iniziato una pausa nelle attività pubbliche, e questo durerà almeno una settimana. Per scomparire dallo spazio pubblico inosservato, Putin ha fatto un sacco di "cibo in scatola" – ovvero incontri bilaterali pre-filmati che il servizio stampa pubblica al momento giusto per creare l'impressione che il presidente lavori continuamente. Il Cremlino prevede di utilizzare il "cibo in scatola" almeno fino a giovedì prossimo, quando il presidente ha in programma una visita in una grande regione industriale». Putin si trova quindi nella sua residenza di Valdai, nella regione di Novgorod dove accanto alla casa alla sua residenza ufficiale c'è un complesso termale a tre piani con criocamera, fangoterapia e piscina galleggiante. C'è anche una pista di hockey in questa zona, dove al presidente piace riunire gli amici e giocare a hockey. Ovviamente continua Farida Rustamova, «Putin non può andare in vacanza per una settimana senza una connessione. Giovedì e venerdì ha avuto conversazioni telefoniche con il presidente del Turkmenistan e il principe ereditario dell'Arabia Saudita. Sempre venerdì, il sito web del Cremlino ha pubblicato la notizia di un incontro con i membri del Consiglio di sicurezza. Tuttavia, quest'ultimo avrebbe potuto anche essere "inscatolato", affermano le fonti. Ma la cosa più interessante è che Putin non è venuto al concerto Z di venerdì nel centro di Mosca a sostegno dei referendum nei territori occupati dell'Ucraina. Secondo il suo addetto stampa Dmitry Peskov, il presunto motivo era il suo lavoro al Cremlino. Alle mie domande sul fatto che Putin sia in vacanza e se le stia trascorrendo a Valdai, Peskov ha risposto negativamente».
Ma coma sta andando Il sistema di mobilitazione russo? Sta lottando per eseguire il compito fissato dal presidente russo Vladimir Putin e dal ministro della Difesa Sergey Shoigu. Secondo l'Institute for the Study of War (ISW): «Nei i centri di reclutamento militari russi, i funzionari di arruolamento e le amministrazioni locali stanno mobilitando anche uomini che non soddisfano i criteri dichiarati dal Cremlino, in particolare la promessa di Shoigu che la mobilitazione darebbe la priorità agli uomini con esperienza di combattimento. I media russi dell'opposizione e i canali Telegram hanno fatto trapelare informazioni che suggeriscono che il Cremlino mira a completare questa mobilitazione parziale entro il 10 novembre e che il Cremlino sta cercando di mobilitare 1,2 milioni di uomini invece dei 300.000 annunciati pubblicamente».
Che le cose non stiano andando come auspicato lo dicono molti blogger russi pro-guerra e gli utenti dei social media che stanno sollevando preoccupazioni sulle pratiche di mobilitazione illegali mettendo in mostra seri problemi di mobilitazione russa già nel secondo giorno. Secondo l’ISW: «I blogger russi hanno riferito di aver ricevuto numerose denunce da utenti dei social media secondo cui uomini più anziani, studenti, dipendenti delle industrie militari e civili senza precedenti esperienze militari stanno ricevendo avvisi di mobilitazione illegale. Shoigu e altri funzionari hanno ripetutamente affermato che queste categorie di individui sarebbero esenti da questa mobilitazione parziale. Altre fonti hanno riferito che i russi stanno mobilitando dipendenti di aeroporti e compagnie aeree e lavoratori di altri settori. Il portale delle domande frequenti del governo russo ha anche indicato che i funzionari locali responsabili della mobilitazione possono mobilitare studenti part-time, nonostante la dichiarazione del Cremlino secondo cui nessuno studente sarà sottoposto a mobilitazione».
Altro problema che sta emergendo è quello legato al fatto che il personale di arruolamento russo sta assegnando uomini con un precedente servizio militare fatto di specializzazioni molto diverse da quelle in cui hanno prestato servizio, mentre altre fonti hanno raccontato casi di centri di reclutamento militare che mobilitano persino uomini con malattie croniche. C’è quindi il problema della qualità dei burocrati e degli addestratori militari russi che che sono sottopagati e quindi demotivati. Forse anche per questo Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha dichiarato in una trasmissione televisiva in diretta che «la Repubblica di Cecenia non condurrà la mobilitazione perché la Repubblica ha già superato del 254% un piano non specificato per la generazione di forze. Kadyrov ha aggiunto che la Cecenia ha già schierato 20.000 militari in guerra dal 24 febbraio». Poi Kadyrov ha ritrattato parzialmente minacciando di mobilitare eventuali manifestanti in Cecenia e di mandarli al fronte ma successivamente ha di nuovo modificato le sue dichiarazioni incoraggiando coloro che si oppongono alla mobilitazione a rispettare la sovranità russa invece di usare la costituzione per evitare il servizio. La dichiarazione iniziale di Kadyrov, indirizzata al pubblico ceceno, potrebbe essere un tentativo sia di affrontare che di scoraggiare le critiche alla mobilitazione, alla guerra e a se stesso all'interno della comunità cecena. Mentre scriviamo si apprende che Vladimir Putin il prossimo 30 settembre parlerà all'Assemblea federale e si prevede che il suo discorso sarà dedicato ai "referendum sull'adesione alla Russia" nei territori occupati ucraini e potrebbe anche culminare nella firma di un "trattato".
Ma c’è chi teme che potrebbe annunciare anche la legge marziale, la mobilitazione generale e quindi la guerra totale all’Ucraina.