Le nuove frontiere del terrorismo. Analisi, prospettive e i rischi
Esperti ed analisti ci spiegano perché il 2022 sarà un anno ad alto rischio, anche a casa nostra
Complice la pandemia da Sars Cov-2 il tema del terrorismo di matrice islamica non è più sulle prime pagine dei giornali tanto che gli attacchi portati dai cosidetti “lone wolwes” ormai non fanno (quasi) più notizia. Mentre in Europa ad occuparsi del fenomeno sono rimasti solo gli specialisti i terroristi dello Stato islamico e quelli di Al-Qaeda si fronteggiano in uno scontro all’ultimo sangue che si gioca oltre che in Medio Oriente, in Africa e nel Sud est asiatico.
Il Dipartimento di Stato ha pubblicato negli scorsi giorni il rapporto sul terrorismo del 2020, che ha registrato 10.172 atti terroristici in tutto il mondo, un aumento del 15% rispetto all'anno precedente e il numero delle vittime si è attestato a 29.389, con un aumento del 12%.
Gli atti terroristici si sono verificati in 98 Paesi e territori, l'87% dei quali in Asia occidentale, Asia meridionale e Africa sub-sahariana. L'Afghanistan è in cima alla lista con 1.722 eventi (in aumento del 22%) seguito da Siria, Repubblica Democratica del Congo (un aumento del 434%), Yemen (273%) e India. I Talebani sono responsabili di 1.325 eventi (in calo del 10%), mentre l'Isis in Siria e Iraq è responsabile di 507 eventi (in calo del 14%), inclusi Algeria, Indonesia, Russia, Yemen e Libano.