Il terrorismo «palestinese» minaccia reale in Europa
Gli arresti di ieri a L'Aquila non sono caso unico e isolato. Hamas e gli Houthi ci hanno messo nel centro del mirino
Ieri a L’Aquila la polizia ha arrestato tre palestinesi con l'accusa di «associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico». Gli indagati, secondo quanto diffuso dagli inquirenti, «facevano opera di proselitismo e propaganda per l'associazione e pianificavano attentati, anche suicidi, contro obiettivi civili e militari in territorio estero». L'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei tre cittadini palestinesi residenti nel capoluogo abruzzese è stata emessa dal gip distrettuale, su richiesta della Procura - Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo in coordinamento con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo.
Grazie alle indagini degli investigatori della Digos e del Servizio per il contrasto all'estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione centrale della polizia di prevenzione, è stata provata la costituzione di una struttura operativa militare denominata “Gruppo di Risposta Rapida - Brigate Tulkarem”, una sorta di spin-off delle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa” (riconosciuta come organizzazione terroristica dall'Unione europea) che è impegnata nel compiere atti di violenza con finalità di terrorismo anche contro uno Stato estero.
Fra le tre persone interessate dalla misura cautelare c'è anche Anan Yaeesh, trentasettenne palestinese già in carcere a Terni dopo essere stato arrestato il 27 gennaio su richiesta delle autorità israeliane che ne chiedono l'estradizione. Il gruppo composto da Anan Kamal Afif Yaeesh, Ali Saji Ribhi Irar e Mansour Doghmosh, secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip, progettava un'azione terroristica da compiersi nell'insediamento israeliano di Avnei Hefetz, in Cisgiordania con l'utilizzo di un'autobomba. Il piano è emerso grazie alle intercettazioni telematiche della Polizia: «Si tratta di un'unità suicida, pronta ad agire in profondità e la nostra azione sarà prossima», si dicono in una conversazione WhatsApp del 9 gennaio Yaeesh e Almagdah, capo militare delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa.
L’operazione di ieri non è che l’ennesima dimostrazione di come sul nostro territorio vivano indisturbati terroristi palestinesi impegnati nella pianificazione di attentati e nella raccolta dei fondi. Lo scorso 28 gennaio il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha affermato: «Dal 7 ottobre 2023 sono state espulse ben 34 persone ritenute pericolose per sospetta adesione ad organizzazioni jihadiste o per aver sposato la pratica di radicalizzazione. Il pericolo è reale, come dimostrano i fatti che sono stati vissuti in territori diversi da quello italiano europeo negli anni scorsi». Parole che pesano come macigni. Non va certo meglio nel resto dell’Unione Europea dove nel corso degli anni sono arrivate decine di migliaia di persone (spesso dall’identità incerta), che hanno creato autentiche società parallele, dove il collante comune è l’islam interpretato nella sua forma più violenta che ha creato autentici mostri. Le autorità europee hanno dichiarato di aver intercettato diversi piani terroristici, alcuni dei quali coinvolgevano individui sospettati di fingere di essere rifugiati, suscitando preoccupazione per una serie crescente di minacce estremiste.
In un'indagine tenuta segreta fino allo scorso dicembre, la polizia austriaca e bosniaca hanno arrestato due gruppi separati di rifugiati afghani e siriani che trasportavano armi e munizioni, tra cui fucili d'assalto Kalashnikov e pistole. Alcuni sospettati avevano sul proprio telefono cellulare immagini di obiettivi ebrei e israeliani in Europa, suggerendo un loro coinvolgimento. Questi arresti sono seguiti a quelli avvenuti alla fine dell'anno precedente (dei quali vi abbiamo riferito), quando un gruppo di cittadini tagiki è stato sospettato di pianificare attacchi alla Cattedrale di Colonia in Germania e alla Cattedrale di Santo Stefano a Vienna durante le festività natalizie.
Gli investigatori hanno affermato che questi episodi singoli mostrano un aumento della minaccia terroristica in Europa, proveniente da nuove fonti, rendendo più complessa l'attività delle agenzie di sicurezza. Sebbene l'ondata di attacchi degli ultimi anni fosse in gran parte ispirata dallo Stato Islamico, ora la minaccia arriva anche da altre organizzazioni, come lo Stato Islamico Khorasan (Isis-K) in Afghanistan, oltre che dall'Iran e dai suoi alleati nel Medio Oriente, tra cui gli Hezbollah e Hamas. L'Ufficio federale per la protezione della Costituzione tedesca ha avvertito che «tali gruppi erano stati incoraggiati dalla guerra a Gaza e che gli ebrei e le istituzioni ebraiche in Europa potrebbero essere potenziali obiettivi». Successivamente abbiamo riferito alla fine dell'anno scorso, che la polizia tedesca ha condotto raid in tutto il paese contro Hamas e i suoi affiliati. Gli investigatori tedeschi e olandesi hanno arrestato quattro persone accusate di aver ricevuto ordini da Hamas di creare un deposito di armi segreto e di attaccare obiettivi ebraici a Berlino e in altre parti dell'Europa occidentale. I pubblici ministeri tedeschi hanno dichiarato che Hamas ha nascosto armi in Europa anni fa, ma i sospettati, tutti membri di Hamas con esperienza nelle sue operazioni all'estero, hanno rifiutato di rivelare la loro ubicazione.
Il 23 ottobre 2020 a Panorama l’allora ambasciatore Nathan Sales coordinatore per l'antiterrorismo e inviato speciale presso la Coalizione globale per sconfiggere l'ISIS all'interno del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti dal 2017 al 2021 disse: «Posso rivelare che depositi segreti di armi di Hezbollah sono stati spostati attraverso Belgio, Francia, Grecia, Italia, Spagna e Svizzera e che significativi depositi di nitrato di ammonio sono stati scoperti e distrutti in Francia, Italia e Grecia». Come scrive il Wall Street Journal, funzionari tedeschi della sicurezza hanno affermato che Hamas, Hezbollah e le organizzazioni affilate in Europa hanno sfruttato la guerra a Gaza per fare propaganda, reclutamento e raccolta fondi. Le donazioni private a favore di Hamas e Hezbollah in Europa sono aumentate notevolmente dopo l’attacco del 7 ottobre. I gruppi hanno anche intensificato le loro attività online e incoraggiato proteste contro la guerra a Gaza in molte città europee Italia compresa. Hamas e Hezbollah hanno finora sfruttato l'Europa come luogo di raccolta fondi e rifugio per i propri agenti. Tuttavia, i recenti raid contro l’organizzazione terroristica indicano che questi gruppi stanno ora pianificando attentati e sabotaggi in Europa, mirando principalmente ad obiettivi ebraici e israeliani, secondo funzionari della sicurezza di diversi paesi. Altro aspetto preoccupante è la saldatura con i gruppi di estrema sinistra e quegli anarchici che manifestano a favore di Hamas dall’inizio della guerra.
Nel frattempo, il caso dei sospetti tagiki solleva preoccupazioni riguardo al fatto che gruppi terroristici, tra cui l'Iran e i suoi proxy, possano nuovamente sfruttare l'afflusso di rifugiati in Europa per infiltrarsi e colpire nel Vecchio Continente. Non è un segreto che alcuni dei terroristi dello Stato Islamico che hanno attaccato Parigi nel 2015 erano giunti dalla Siria e dall'Iraq fingendosi rifugiati (ad esempio, Osama Krayem e Abdelhamid Abaaoud), e più di un milione di richiedenti asilo hanno cercato lo status di rifugiato nell'UE l'anno scorso, il numero più alto fino ad oggi.
Nel novembre scorso, le autorità tedesche hanno effettuato irruzioni nel Centro Islamico di Amburgo e in altre organizzazioni della città sospettate di sostenere Hezbollah. Il centro, che gestisce la Moschea dell'Imam Ali nel quartiere lacustre di Amburgo, è stato identificato come una delle più importanti rappresentazioni dell'Iran in Germania e una significativa fonte di propaganda per l'Iran in Europa, secondo un rapporto di intelligence tedesco pubblicato l'anno scorso. L'Iran ha una lunga storia di attacchi ai dissidenti e agli oppositori anche all'estero, ma più recentemente ha preso di mira anche gli ebrei del continente. A dicembre, un uomo tedesco-iraniano è stato condannato da un tribunale tedesco a quasi tre anni di carcere per aver tentato di far esplodere una sinagoga nella città di Bochum per conto del governo iraniano nel novembre 2022. Mentre le intelligence europee sono impegnate alla ricerca delle reti terroristiche che fanno capo all’Iran, si tratta solo di capire dove e quando Hamas o gli Hezbollah colpiranno perché ci sono pochi dubbi sul fatto che questo accadrà.