Turchia, arrestato il Sindaco di Istanbul oppositore di Erdogan
(Ansa)
Dal Mondo

Turchia, arrestato il Sindaco di Istanbul oppositore di Erdogan

Questa mattina Ekrem Imamoglu, il Sindaco della principale città turca nonché probabile candidato alle prossime presidenziali, è stato arrestato assieme ad altre 100 persone a lui collegate. Secondo la Procura generale di Istanbul l'oppositore di Erdogan sarebbe «il leader di un gruppo criminale». Proteste a Istanbul

Questa mattina la Turchia è stata scossa dalla notizia dell’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoğlu. È stato lui stesso ad annunciarlo, in un video postato dal suo account X che lo ritrae nella sua abitazione: «Centinaia di poliziotti si sono presentati alla mia porta e hanno fatto irruzione in casa mia. Ho fiducia nella mia nazione», sono state le parole del sindaco.

I media turchi riferiscono che il suo arresto è dovuto alle accuse di “estorsione, corruzione, frode e turbativa d'asta da parte di un'organizzazione criminale” mosse nei suoi confronti, oltre che per il “favoreggiamento nei confronti dell'organizzazione terroristica Pkk” (l’organizzazione curda il cui capo Ocalan ha recentemente chiesto al fine della lotta armata). La Procura generale di Istanbul fa sapere che Imamoğlu sarebbe «il leader di un gruppo criminale».

Il raid delle forze di polizia turche non si è limitato al solo sindaco, ad essere arrestati sarebbero stati infatti circa cento persone a lui vicine, fra cui il giornalista turco Ismail Saymaz, noto oppositore del Presidente Recep Tayyip Erdoğan. L’accusa della Procura generale di Istanbul nei confronti del giornalista è di «aver favorito il tentativo di rovesciare il governo turco» durante le proteste di Gezi Park, eventi risalenti al 2013. Arrestati anche il segretario generale del comune di Istanbul e altri politici locali, imprenditori e amministratori comunali.

L’arresto del sindaco di Istanbul ha ovviamente scatenato le ire del Partito Popolare Repubblicano (Chp), la principale formazione politica di opposizione a Erdoğan tra le cui fila Imamoğlu militava, che ha definito quanto accaduto questa mattina come «un colpo di Stato contro la volontà nazionale» . Il Chp, di chiara ispirazione kemalista e quindi fortemente laico e per certi versi più “occidentalista”, era al governo nella città di Istanbul dal 2019, quando Imamoğlu vinse le elezioni di marzo per una manciata di voti, prima che queste venissero annullate e ripetute in giugno, dove il Sindaco vinse con una maggioranza ancor più solida. L’anno scorso era stato nuovamente rieletto.

Non è la prima volta che Imamoğlu deve affrontare guai con la giustizia turca, nel 2022 era stato condannato a due anni di carcere per aver insultato un pubblico ufficiale, la sentenza gli vietava anche di partecipare alla vita politica ma, essendo ancora oggetto di inchiesta da parte della corte d'appello, ha permesso al politico di candidarsi e vincere le elezioni di Istanbul. Imamoğlu risultava essere anche uno dei principali candidati a correre alle prossime presidenziali del 2028, essendo l’unica figura di riferimento, assieme a Özgür Özel, del principale partito di opposizione.

La situazione è tesa nella più importante città turca, la prefettura di Istanbul ha infatti ordinato la chiusura temporanea di alcune fermate della metropolitana, probabilmente con lo scopo di impedire l’assembramento di manifestanti in supporto del Sindaco. Risultano inoltre irraggiungibili in Turchia alcune piattaforme social, come X, Youtube e Instagram.

Anche i mercati azionari hanno accusato il colpo. Borsa Istanbul ha aperto registrando una perdita del 7%, prima che le transazioni venissero temporaneamente sospese, mentre la lira turca ha perso il 5% del suo valore nominale. Nel pomeriggio si sono registrate le prime manifestazioni in supporto del sindaco, con centinaia di studenti che si sono scontrati con la polizia nei pressi dell'Università di Istanbul.

I più letti

avatar-icon

Simone Mesisca