Tryzub, la misteriosa arma laser di Kiev
(Forze armate ucraine)
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Tryzub, la misteriosa arma laser di Kiev

Difficile dire se si tratta dell’ennesima boutade propagandistica oppure no. O, ancora, se di un banco di prova, ma l’Ucraina sostiene di essere uno dei primi Paesi al mondo ad aver sviluppato con successo un'arma antiaerea a energia concentrata.

Denominata Tryzub (Tridente, in riferimento al simbolo nazionale), che sarebbe stata impiegata sul campo di battaglia contro obiettivi lenti a bassa quota, probabilmente velivoli senza pilota come i droni Shahed di fabbricazione iraniana. La fonte della notizia sarebbe il colonnello Vadym Sukharevskyi, comandante delle Forze Unmanned dell'Esercito ucraino, che ne avrebbe parlato in modo generico già nel mese di dicembre, come riportato dall'agenzia di stampa ucraina Interfax. Interrogato nuovamente al riguardo da Radio Free Europe nel febbraio di quest'anno, l’ufficiale aveva confermato che l'arma era operativamente schierata e in grado di abbattere droni a una certa distanza, anche se non sono mai state rilasciate immagini del sistema né informazioni su quali obiettivi abbia neutralizzato e dove.

Questo potrebbe significare che Tryzub sia ancora un’arma sperimentale e che non sia quindi pronta per essere prodotta in serie. Sul piano tecnico le armi a concentrazione di energia (in questo caso i laser), hanno necessità di essere alimentate da una notevole quantità d’energia elettrica; il solo sistema di puntamento deve essere di estrema precisione per poter arrivare sul bersaglio, inoltre vanno mantenute raffreddate. Per questi motivi tali armi sono sovente di grandi dimensioni, poiché devono ospitare sia i generatori di corrente, sia i relativi sistemi di raffreddamento. Bisogna considerare che ogni “colpo” di laser genera temperature superiori ai 700 °C sottoponendole ottiche e le strutture a continue sollecitazioni. Non a caso l’installazione più comune oggi è a bordo di unità navali (tipicamente americane), dove viene usata acqua di mare per abbassare le temperature e dove esiste disponibilità di energia elettrica, oppure su grandi camion come avviene nel caso delle Forze di Difesa israeliane (Idf).

Ma certamente per l’Ucraina disporre di tali esperienze tecniche è un fattore abilitante per rientrare nel ristretto numero di Paesi che hanno sviluppato tali tecnologie, quindi, almeno ufficialmente Israele, Usa, Germania, Australia, Giappone, Corea del Sud, Regno Unito, Russia, Cina e poche altre. La guerra tra Mosca e Kiev ha provocato proprio questo: una forte accelerazione verso lo sviluppo di armi laser o a energia concentrata. Da quanto si apprende da fonti occidentali anche la Russia lavora ai laser dal 2019 e ha costruito il sistema Peresvet-Zadira che sarebbe attivo presso cinque divisioni missilistiche strategiche. Si tratterebbe però di un’arma diversa e destinata principalmente ad attività anti-satellite più che anti-droni. Alcune fonti militari inglesi avevano fatto trapelare che in Ucraina fosse stato sperimentato e valutato il sistema britannico Mbda DragonFire, ma non è mai stato dichiarato se questo sarebbe o meno stato acquisito ufficialmente da Kiev con consegne previste dal 2027 al 2033. Pare quindi che Tryzub sia effettivamente un prodotto del tutto ucraino, probabilmente non ancora definitivo ma usato per validarne le effettive capacità operative e quindi implementarle.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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