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Zelensky, viaggio dal Papa con poche speranze di pace

La missione in Italia del presidente dell'Ucraina mentre le grandi manovre del conflitto non accennano a diminuire. E Kiev ha bisogno di tempo per la sua controffensiva

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l'Ucraina ha bisogno di più tempo per lanciare una controffensiva perché è in attesa della consegna degli aiuti militari promessi. Il presidente ucraino alla Bbc ha affermato che parte dell'equipaggiamento militare previsto non è arrivato in Ucraina e che, sebbene le forze ucraine siano pronte per la controffensiva, l'Ucraina subirà troppe vittime. Poi ha anche affermato che la controffensiva ucraina è importante per impedire alla Russia di congelare la guerra. Temi che entrano nell'agenda del viaggio di Volodymyr Zelensky in Italia con la possibilità di incontrare Papa Francesco in Vaticano, poi il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e successivamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Impossibile avere conferme sui dettagli del viaggio in Italia visto che Zelensky resta un obbiettivo primario dei servizi segreti russi e dei killer pagati dal Cremlino che potrebbero tendergli un agguato o attaccare il suo aereo. In ogni caso sarà il primo viaggio in Italia dall’inizio dall'inizio della guerra mentre Papa Francesco lo aveva incontrato nel febbraio 2020 per poi sentirlo telefonicamente in almeno due occasioni. Da mesi il Papa attraverso la sua rete diplomatica ha avviato dialoghi sia con i russi che con gli ucraini (e alcuni leader europei) per cercare di fermare il conflitto partendo da una tregua: ma fino ad oggi le parti non si sono avvicinate. Anzi. Per contro tra americani e cinesi i dialoghi sull’Ucraina stanno procedendo spediti ed è forse questa la strada maestra per arrivare alla fine del conflitto, fermo restando che la parola fine la può mettere solo Vladimir Putin.

Intanto l’esercito ucraino è riuscito a sfondare alcune linee russe attraverso contrattacchi localizzati vicino a Bakhmut e a questo proposito il colonnello generale Oleksandr Syrskyi ha dichiarato che le forze russe si sono ritirate fino a due chilometri dietro le linee russe in settori non specificati del fronte Bakhmut. La conferma di Syrskyi delle conquiste ucraine ha suscitato una risposta da parte del capo del Wagner Group, Yevgeny Prigozhin, il quale ha affermato che le forze ucraine hanno iniziato la controffensiva e riconquistato tre chilometri di terreno dentro e intorno a Bakhmut. Come scrive l’Institute for the Study of War nel suo aggiornamento «il Ministero della Difesa russo ha riconosciuto i contrattacchi ucraini in modo insolitamente rapido, sostenendo che le forze russe hanno respinto otto attacchi di terra e tre tentativi di ricognizione in forza nella direzione di Donetsk, ma ha negato le notizie secondo cui le forze ucraine hanno sfondato le linee difensive russe».

A proposito di Yevgeny Prigozhin: fonti anonime del Cremlino hanno affermato a Meduza che Prigozhin, impegnato a rivendicare Bakhmut come una vittoria personale, sta «seriamente disturbando la massima leadership della Russia». Secondo quanto trapelato il Cremlino ha visto i tentativi di Prigozhin di ricattare il Ministero della Difesa russo il 5 maggio come «una seria minaccia e che Prigozhin non agisce più nell'interesse del Cremlino». Come scrive Meduza c’è grande irritazione per la presa in giro del 9 maggio da parte di Prigozhin che ha parlato del «nonno felice responsabile delle future generazioni russe». Un soprannome affibbiato a Putin da Alexei Navalny che da ieri è di nuovo in cella di isolamento (solo 11 ore e mezzo dopo esserne uscito) e si tratta della 15esima volta dal gennaio del 2021, da quando è detenuto. Prigozhin vista l’atmosfera che lo circonda ha tentato il 10 maggio di minimizzare le sue dichiarazioni originali, affermando che quando ha detto «nonno felice» non si riferiva a Putin.

La notizia più importante di queste ore arriva dal Regno Unito che contrariamente agli Stati Uniti sta inviando gli Storm Shadow, missili da crociera capaci di distruggere obiettivi sensibili vedi infrastrutture militari, depositi di munizioni, aree portuali e perché no strutture governative. Lo Storm Shadow ( detto anche lancia e dimentica) fornito agli ucraini che grazie alla alta velocità e la bassa quota è quasi invisibile, ha una gittata di circa 260 km viene programmato a terra e si interfaccia con il terreno quando si trova in volo per confermare l'obiettivo. La testata è progettata per detonare dopo essere penetrata sul bersaglio testata tandem che utilizza una carica precursore per perforare le strutture indurite, seguita dalla detonazione della carica principale. Il sistema di guida combina la navigazione inerziale, GPS e riferimenti al terreno.

Dopo il lancio, l'arma scende di quota per evitare il rilevamento radar avversario. avvicinandosi al bersaglio, il cercatore ad infrarossi abbina l'immagine rilevata con quella memorizzata cosi da garantire la massima precisione e danni collaterali minimo. Lo storm shadow sarà integrato con le piattaforme Mig-29, Su-27 e Su-24 ucraini. Le prime due piattaforme sono già state adattate la scorsa primavera per imbarcare i missili Harm. Per Kiev tutto questo è un salto senza precedenti che potrebbe cambiare il corso della guerra. Inoltre i carri armati americani Abrams sono arrivati in Germania per addestrare l'esercito ucraino. Secondo Sky news l'addestramento militare inizierà tra due o tre settimane. A proposito degli Storm Shadow, il segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace nel confermare la fornitura ha affermato che «sono missili a lungo raggio, solo a uso convenzionale, con capacità di colpire con precisione. La donazione dà all'Ucraina le migliori possibilità di difendersi contro la brutalità russa e la deliberata presa di mira delle infrastrutture civili». Non appena si è diffusa la notizia il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov ha parlato della decisione britannica come di «una decisione estremamente negativa che richiederà una risposta adeguata da parte dei nostri militari che prenderanno decisioni appropriate». «No comment» dagli Stati Uniti che hanno fin qui evitato di fornire armi di lungo raggio per evitare che qualcuno a Kiev decidesse di attaccare la Russia con tutto ciò che ne potrebbe derivare.

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Stefano Piazza