Disastro di Genova: ecco quali sono i ponti ad alto rischio in Italia
La tragedia di Genova porta l'attenzione sulle strutture obsolete del Paese, per sostituirle servirebbero decine di miliardi di euro
La maggior parte dei ponti italiani è stata costruita tra gli anni '50 e gli '80 e "ha esaurito il periodo di vita per il quale è stata progettata". La nota ufficiale del Cnr, l’Istituto di tecnologia delle costruzioni, lancia l'allarme per decine di migliaia di ponti italiani dopo il disastro di Genova.
Il ponte Morandi è solo l'ultimo cavalcavia crollato in tempi recenti, un allarme grave sullo stato delle infrastrutture nella penisola che dopo Genova spaventa ancor di più. In Italia ci sono circa un milione e mezzo di chilometri di strade, gestiti da diverse realtà. Le autostrade sono affidate ai concessionari, oltre 7 mila chilometri con quasi 700 gallerie e oltre 1.500 viadotti. La gestione e la manutenzione di questi tratti spetta ai soggetti che le hanno in concessione, tuttavia l'allarme sullo stato di alcuni tratti è nota da tempo alle istituzioni.
Nel 2013 è stato lanciato e finanziato dallo Stato un programma di manutenzione straordinaria e strutturale di ponti, viadotti e gallerie e anche il contratto di Anas per il quadriennio 2016-2020 prevede di 350 milioni di euro l'anno per manutenzione straordinaria, troppo poco per un problema che necessiterebbe di decine di miliardi di euro. Nonostante il deterioramento delle strade nel nostro paese non esiste ancora un mappatura ufficiale dei ponti e le segnalazioni dei rischi spettano ai cittadini e alle amministrazioni locali.
Dove sono i ponti a rischio
A Como preoccupa il viadotto dei Levatoi, in attesa di rafforzamento come il cavalcavia Isella a Lecco e il viadotto di Ponte di Legno. Sulla superstrada Milano - Meda si teme per i tratti maggiormente a rischio, i ponti Cesano Maderno e Bovisio Masciago. Anche sulla A6 Torino - Savona ci sono viadotti che preoccupano: il viadotto Ferrania a Cairo Montenotte, il viadotto Chiaggi a Priero e quello di Stura di Demonte a Fossano.
Critica la zona del Po con tre ponti che necessitano di restauri: il Po Viadana - Borretto, il Colorno - Casalmaggiore e il Ragazzola - San Daniele. In Abruzzo, anche in seguito al sisma del 2009, c'è preoccupazione per due viadotti sulla A24/A25. A Trani si segnala un evidente deterioramento del calcestruzzo in un viadotto della 16bis, idem per il viadotto Manna ad Ariano Irpino.
In Calabria due ponti a rischio: il Cannavino tra Paola e Crotone e il Petrace tra Gioia Tauro e Palmi. In Sicilia c'è il viadotto Himera sulla A19 e ad Agrigento c'è l'altro viadotto Morandi, costruito dallo stesso ingegnere nel 1970 e vietato alle auto dal 2017 per il degrado dei piloni. L'Anas lo sta ristrutturando. Un cavalcavia che preoccupa c'è anche in Sardegna, quello della Statale 131 a Mesu Mundu.