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La sinistra invoca la privacy solo quando vìola il mondo dei dem

Il caso del litigio Virzì-Ramazzotti accende i riflettori sulla differenza di trattamento dei media "di partito" che hanno invocato il diritto a rispettare la vita privata della ex coppia. Ma che a Berlusconi non riservarono lo stesso trattamento...

Il "doppiopesismo" è ormai molto più che un semplice difetto della sinistra, è una abitudine, uno stile di vita. Pronto da applicare in qualsiasi situazione persino quelle in cui la politica non ha nulla a che fare, ma così stanno le cose nel meraviglioso mondo di dem e soci.

Prendete ad esempio la ormai famosa lite tra Paolo Virzì e la ex moglie, Micaela Ramazzotti. La vicenda è nota. I due, ormai separati, sono alle prese con la difficile fase del divorzio. Per puro caso si ritrovano allo stesso ristorante e, una parola qui, una là, scoppia la lite furiosa che finisce in rissa con tanto di arrivo delle forze dell'ordine e persino di un'ambulanza. Roba da giornale di gossip che in piena estate però trova spazio anche sulle testate nazionali di informazione. Ovunque ricostruzioni e commenti.
Il più interessante su di un giornale di sinistra con il giornalista pronto a scendere in campo a difesa della privacy della coppia, che non ha mai fatto mistero del proprio schieramento politico, perfetta rappresentazione di quel mondo culturale "radical chic", come si usa ormai dire. Il concetto del commento quindi è chiaro: lasciamo in pace i due e non ficchiamo il naso nelle vite private degli altri. Condividiamo ogni singola parola. Ma non è questo il punto.

Il punto è che lo stesso giornale nel suo passato non ha usato la medesima cortesia nei confronti di altri protagonisti della vita pubblica, guarda caso soprattutto per quanto riguarda politici di centrodestra.

Il quotidiano in questione infatti ha messo a disposizione sia in formato di testo che con l'audio decine di telefonate fatte da Silvio Berlusconi alle famose "oggettive"; frasi dal valore giudiziario pari a zero, forse meno, ma perfette per gettare fango su di un politico avversario. I dialoghi intimi e privati con la Daddario ad esempio sono stati riprodotti a reti unificate in maniera così invasiva che più o meno li sappiamo a memoria, come il 5 Maggio del Manzoni.

Fatti privati sbattuti in faccia al mondo intero, in maniera scientifica e studiata. Oggi per altri fatti privati si chiede il passo indietro alla curiosità ed a quello che, per sputtanare il leader di Forza Italia, si definiva "diritto all'informazione". Una cosa sacra ed intoccabile.

Doppiopesismo, bello e buono e che ormai fa sorridere, nemmeno più indignare.

Un'ultima cosa. Due "radical chic" non si azzuffano in un ristorante ma sistemano le loro questioni con eleganza seduti ad un tavolo di un ricco studio legale del centro. Per i due quindi serve una nuova definizione, magari che contenga il vocabolo romano "coatto"...

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Andrea Soglio