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MARTTI KAINULAINEN/AFP/Getty Images
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Ecco perché Trump ha attaccato Google, "truccato e cattivo"

Botta e risposta tra il presidente e il colosso del Web. Che sottolinea: "I nostri contenuti non sono usati per fissare un'agenda politica"

Dopo le continue contrapposizioni con i media "tradizionali", la "masnada" dei vari New York Times, Washington Post, Cnn e le altre 347 testate che la scorsa settimana hanno deciso di fare scudo contro gli attacchi del Presidente, Donald Trump sposta per un attimo il mirino e preme il grilletto contro uno degli esponenti di spicco degli "altri media", quelli nati con e nell'era digitale.

La "pallottola" arriva dritta a Google, accusato di essere nientemeno che "truccato", poiché - a sua detta, ovviamente via Twitter - i risultati delle ricerche con le parole "Trump News" mostrerebbero soltanto notizie di quelli che il tycoon definisce "Media Fake News", con la Cnn in primo piano e tutti gli altri "media imparziali" esclusi dai risultati.

La conseguenza? Tutto ciò che dal motore viene reso disponibile è "cattivo".  


Scendendo più nei dettagli, Trump ha affermato che il "96% dei risultati proviene da media nazionali 'di Sinistra', un fatto molto pericoloso, con Google e altri suo pari che stanno sopprimendo le voci dei conservatori e nascondendo le informazioni e le notizie buone. Stanno controllando ciò che possiamo e non possiamo vedere - ha aggiunto - ed è una situazione molto seria, che sarà affrontata!".

Se, come visto all'inizio, il presidente ha più volte attaccato la stampa "nemica", è la prima volta che chiama in causa Google. Anzi, finora, il suo atteggiamento nei confronti del colosso di Mountain View era stato molto favorevole, arrivando anche a difenderlo pubblicamente quando la Commissione Europea gli comminò la multa da 4,3 miliardi di euro.

A stretto giro, com'era prevedibile, è arrivata la risposta di Google: "i risultati delle nostre ricerche non sono usati per fissare un'agenda politica e non hanno pregiudizi nei confronti di nessuna ideologia politica", ha affermato un suo portavoce.


''Ogni anno effettuiamo centinaia di migliorie ai nostri algoritmi per assicurare un'elevata qualità dei contenuti in risposta alle domande degli utenti. Continuiamo a lavorare per migliorare Google Search e non classifichiamo i risultati per manipolare l'opinione politica'' ha poi sottolineato. 

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Luciano Lombardi