Crevit, una nuova moneta di scambio: cos'è e come funziona
Le differenze con i Bitcoin, l'uso e gli obiettivi dell'imprenditore che l'ha lanciata e che vuole raggiungere i 20 mila utenti entro l'anno
Possono apparire strumenti dell’”economia circolare” e della sharing-economy, o invece semplici tentativi di emancipazione dal giogo della moneta unica. Si vedrà solo col tempo, ma intanto i “Crevit” – la moneta complementare proposta un anno fa dall’imprenditore Marco Melega con un intensissimo battage pubblicitario e poi apparentemente scomparsa - si prepara a tornare. “Sissignore, siamo tutt’altro che addormentati e siamo anzi pronti a presentare sul mercato (entro marzo prossimo) la nuova piattaforma Crevit ora visibile in anteprima con una versione beta su crevit.com”, ci spiega.
Ma a che servono questi vostri Crevit? Qualcuno li assimila ai Bitcoin…
I Crevit non c’entrano niente con i Bitcoin. Mentre il Bitcoin è una cripto-valuta convertibile in denaro, il Crevit è una valuta complementare non convertibile in denaro. Non vedo alcuna analogia se non la “sensazione” che si ha nell’utilizzo di “valuta” diversa da quella corrente per la compravendita di beni e servizi.
Quindi i Crevit non si cambiano in euro...
Il Crevit non è convertibile in denaro corrente e viene utilizzato alla stregua di un “buono spesa” accettato dall’utenza Crevit. È chiaro che, se in futuro, dovessimo valutare la convertibilità del Crevit in moneta ufficiale dovremmo sottostare ad una regolamentazione ferrea, allineata alle logiche bancarie. Ma non è questo il nostro fine per ora. Attualmente la maggior parte delle movimentazioni in Crevit avviene nel comparto aziendale. Sono state effettuate transazioni per compravendite di immobili, servizi vari, ristrutturazioni di debiti sia con pagamento totale che parziale in Crevit. In questo caso l’utenza ha potuto sperimentare l’utilità di pagare i propri acquisti con proprie vendite espresse nel circuito.
Ma quali sono i vantaggi di cui stanno fruendo gli utilizzatori di Crevit?
Pagare in Crevit dà alle aziende 6 importanti vantaggi: un vantaggio finanziario, in misura proporzionale alla quantità di Crevit emessi in pagamento; un vantaggio economico, pari al margine di contribuzione medio moltiplicato per l'ammontare dei Crevit emessi; ricavi extra-budget, accettando Crevit in pagamento per i propri prodotti e servizi; un vantaggio di marketing, perchè Crevit è una vetrina promozionale aggiuntiva alle proprie attività di marketing; semplicità aggiuntiva, perché in Crevit non esistono interessi né attivi, né passivi; e ancora: sicurezza, perché in Crevit non esistono insoluti: qualsiasi bene o servizio si paga all’ordine, e non esistono dilazioni. Un affitto per 6 anni si paga, ad esempio, tutto anticipato, anche tramite il fido Crevit. E poi, con Crevit non esistono falsificazioni, è una moneta complementare virtuale regolamentata. L'utente convenzionato trova in Crevit lo strumento per garantire il benessere proprio e della propria azienda ed un canale complementare di opportunità.
Una specie di economia del baratto: qualcosa del genere ha annunciato il governo in materia di fallimenti, con l’idea di istituire una Borsa degli asset delle società in fallimento, con una sua unità di scambio extra-monetaria. Che ne pensa?
È un’iniziativa volta a snellire il processo di liquidazione di crediti tra procedure, attraverso una vera e propria “moneta complementare”. È molto interessante e darebbe una vera e propria “chiave di volta” allo sdoganamento definitivo dei sistemi di pagamento complementari.
Non teme che il progetto Crevit, come anche i Sardex e qualche altro esempio, possa alla fine essere stroncato dalle ostilità del sistema bancario?
La “moneta complementare” non è un “nemico” del sistema bancario e non potrebbe esistere senza. È un sistema che va visto a supporto dell’economia e dello stesso sistema. La moneta complementare potrebbe essere un ulteriore strumento che andrebbe ad ottimizzare le economie e la stabilità degli istituti. Abbiamo un progetto ad hoc da presentare agli istituti di credito in una logica di co-marketing.
Qual è la massa critica ottimale di utilizzatori, per i Crevit?
Il nostro obiettivo è raggiungere nel 2016 i 20.000 utenti per garantire la spendibilità dei Crevit in tutte le categorie merceologiche.
Ci può anticipare i prossimi passi promozionali che intende compiere?
Da marzo 2016 inizieremo le attività promozionali partendo da un numero limitato di città, estendendoci poi a macchia d’olio in base ai risultati ottenuti. Le campagne pubblicitarie a livello nazionale le valuteremo nel 2017