Effetto Trump sull'accordo nucleare tra Usa e Iran
La decisione del Senato Usa di prorogare l'embargo mette a rischio il patto del 2015 e avvicina Teheran a Mosca
La decisione del Senato degli Stati Uniti, con voto unanime, di estendere per altri 10 anni le misure economiche contro Teheran, ha dispiegato i suoi primi effetti geopolitici, con l'annuncio - da parte dell'Ayatollah Hassan Rohani - di un piano per la produzione di propulsori marittimi nucleari e di un’azione legale contro Washington, colpevole secondo l'Iran di una grave violazione del Jcpoa (accordo sul nucleare) siglato nel 2015 ed entrato in vigore il 1° gennaio 2016. Rohani ha chiesto al ministro degli Esteri di avviare nel contempo anche un’azione diplomatica e riferire i risultati entro un mese.
ACCORDO CON GAZPROM
C'è dell'altro: il ministero iraniano del Petrolio ha firmato un memorandum d’intesa del valore di circa 2,2 miliardi di dollari con il colosso petrolifero russo Gazprom per lo sviluppo dei giacimenti di Cheshme Khosh e Changouleh, entrambi situati nell’ovest della Repubblica islamica. Pare che il timore di quello che potrebbe accadere quando Donald Trump si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca, stia spingendo il governo iraniano a stringere il maggior numero di accordi possibili in campo petrolifero prima che la situazione possa precipitare, a causa anche della potente lobby anti-iraniana presente nel Congresso americano.