Egitto: il processo Mubarak è da rifare
La Cassazione ribalta la sentenza di secondo grado che aveva assolto l'ex dittatore dall'accusa di aver ordinato l'uccisione di 239 manifestanti nel 2011
La Corte di cassazione egiziana ha annullato la precedente sentenza della Corte d'assise che, ribaltando il verdetto di colpevolezza di primo grado, aveva assolto l'ex-presidente Hosni Mubarak dall'accusa di aver ordinato l'uccisione di 239 manifestanti durante i giorni della rivoluzione del gennaio 2011. Il nuovo processo, che riguarda sempre i fatti di sangue del 2011 e che si estende alle accuse di corruzione e malversazione di fondi pubblici, è stato calendarizzato il 5 novembre prossimo, quando il dittatore dovrà ancora sedere davanti ai giudici.
L'ex Raìs Mubarak era a processo con i suoi due figli Alaa e Gamal, il capo della sicurezza e sei collaboratori, a loro volta tutti assolti. Nei 18 giorni di rivolta del 2011, che si conclusero con le dimissioni di Mubarak che cedette il potere all'esercito, furono uccisi in tutto circa 900 manifestanti. In occasione dell'assoluzione, il giudice che presiedeva il processo, Mahmoud al-Rashidi, chiarì che la caduta delle accuse di omicidio non assolve Mubarak dalla corruzione e dalla debolezza dell'ultimo periodo dei suoi 29 anni al potere. Al-Rashidi aveva inoltre sostenuto che gli obiettivi della rivolta del 2011 erano legittimi.