Elezioni Europee 2019: sondaggi e proiezioni
Le quarte intenzioni di voto diffuse da Bruxelles misurano di nuovo anche gli elettori inglesi: laburisti in testa di dieci punti sui Tories
Popolari e socialisti di nuovo in calo mentre recupera il gruppo dell'Europa della Libertà e della Democrazia Diretta nella quarta rilevazione diffusa da Bruxelles in vista delle elezioni del 23-26 maggio. Ma, soprattutto, i laburisti inglesi di Jeremy Corbyn staccano di ben 10 punti i Conservatori di Theresa May, che sconta - e non potrebbe essere altrimenti - il pantano della Brexit.
Come noto, il Parlamento europeo (in collaborazione con Kantar Public) da lunedì 18 febbraio ha iniziato a monitorare le intenzioni di voto di circa 400 milioni di elettori nei 27 paesi Ue (portati a 28 dopo la decisione britannica di preparare le urne per il 23 maggio), elaborando anche una possibile proiezione dei seggi (https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/elections-press-kit/5/proiezioni-dei-seggi-del-prossimo-parlamento-europeo).
Secondo l'aggiornamento delle intenzioni di voto al 15 aprile, stante la composizione attuale dell'Europarlamento, i due partiti tradizionali perderebbero 37 seggi ciascuno rispetto a oggi: il calo dei socialisti sarebbe, però, più contenuto (gli scranni non riconquistati erano ben 51 a febbraio) mentre il PPE scende a 180 seggi dai 217 attuali (a febbraio ne avrebbea persi solo 34). Insieme, le due forze che oggi esprimono la maggioranza arriverebbero a 329 seggi: troppo pochi per farcela da soli.
Confermata la buona performance del gruppo liberale, che oscilla poco sopra il 10 per cento e sale a 76 seggi (8 in più di quanti ne ha oggi) diventando la prima sponda alla quale guardare in caso di coalizioni. Vittoria anche per i Verdi, che salgono al 7,6 per cento guadagnando 5 seggi in più.
In calo, invece, i Conservatori che a causa della Brexit avrebbero dovuto perdere i Tories inglesi mentre ora devono fare i conti con un partito in caduta libera (Theresa May porterebbe a casa appena il 16,5 per cento dei consensi). Il gruppo, che vede fra i suoi principali esponenti i polacchi del PiS di Jarosław Kaczyński, spunterebbe comunque un 8,8 per cento di preferenze, grazie agli accordi con partiti minori di altri paesi Ue (per l'Italia, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni).
Confermato il raddoppio del gruppo dell'Europa delle Nazioni e della Libertà di Marine Le Pen e Matteo Salvini: dal 4,9 per cento attuale all'8,3 conquisterebbero ben 62 seggi (25 in più).
Risale, nelle intenzioni di voto, il gruppo dell'Europa della Libertà e della Democrazia diretta dove oggi siedono gli euroscettici britannici dell'Ukip (nel 2014 guidato da Nigel Farage) e gli onorevoli grillini: sarebbero oggi al 6 per cento rispetto al 5,5 di fine febbraio conquistando 4 seggi. Stando a questa ultima misurazione, l'Ukip ora coordinato dal leader Gerard Battenconquisterebbe il 13,5 per cento degli elettori britannici: appaiato con il neonato partito della Brexit, fondato da Farage (parimenti al 13,5 per cento). Insieme, la frangia più euroscettica avrebbe il 27 per cento.
Lieve frenata della Lega Nord che resta il primo partito. Recuperano M5S e Forza Italia.
Per quando riguarda gli elettori italiani, le terze intenzioni di voto vedono la Lega sempre in testa come primo partito ma con un ulteriore contenimento di Matteo Salvini: i leghisti avrebbero ora il 31,4% (rispetto al 32,2 per cento di fine marzo e al 33,3 per cento di fine febbraio). In lieve risalita, invece, i grillini che invertono il trend in calo delle prime tre rilevazioni (rispettivamente 25,7 per cento il 18 febbraio, 24,3 per cento a fine febbraio e 20,9% a fine marzo): il M5S si fermerebbe ora al 21,5 per cento, staccando di nuovo di un punto e mezzo il PD (in rimonta dal 16,9 al 20 per cento attuale). E anche Forza Italia risale la china delle due cifre con una performance al 10,1 per cento.
Complessivamente, il centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia) si attesta al 46,3 per cento mentre un'eventuale coalizione fra forze di sinistra (PD, +Europa e altri partiti) si fermerebbe al 26,7 per cento. Solo un'apertura del centrosinistra ai grillini porterebbe al 48,2 per cento.
Nella ripartizione dei 73 seggi che spettano all'Italia (con il rientro di Londra, tutto resta invariato), l'alleanza di governo attuale - Lega e Movimento 5 Stelle - esprimerebbe 44 seggi), seguiti dalla sinistra con 16 onorevoli. Mentre resterebbero invariati rispetto ai mesi scorsi i 9 gli scranni per gli eurodeputati azzurri.