Elezioni in Grecia, stravince Syriza
Samaras ammette la sconfitta e chiama Tsipras. La sinistra radicale sfiora la maggioranza assoluta con il 35.9% dei voti
La Grecia volta pagina. Secondo le proiezioni sul 75% delle schede il partito Syriza, guidato da Alexis Tsipras, stravince le elezioni con il 35.9% dei consensi. Più 10 punti rispetto alla tornata elettorale del 2012, ma non sufficienti per la maggioranza assoluta, che Syriza metterebbe in cassaforte con il 36% di voti. In base ai primi dati subito dopo la chiusura delle urne, Syriza otterrebbe 149 seggi. La maggioranza assoluta è di 151 seggi su 300. Se i dati restano questi Tsipras per 2 seggi non avrebbe la maggioranza assoluta per governare da solo, ma il partito di centro-sinistra To Potami (che ha preso circa il 6.% di voti e 17 seggi) ha già offerto appoggio esterno per sostenere l'esecutivo.
"Oggi il popolo greco ha fatto storia". Sono le prime parole di Alexis Tsipras, dopo i risultati del voto. "Con il voto storico di oggi il popolo greco ha dato un ordine molto chiaro: la Grecia volta pagina, abbandona l'austerità, la catastrofe, lascia la paura dietro di sè, lascia 5 anni di sofferenze e chiude il circolo vizioso dell' austerità, annulla l'accordo di austerità con la Troika che è il passato". Ha aggiunto Tsipras di fronte a una folla in festa per la straordinaria vittoria alle elezioni.
Secondo partito Nuova Democrazia, dell'ex premier Antonis Samaras, che secondo le proiezioni raccoglie il 28% dei consensi. Samaras ha ammesso la sconfitta e ha chiamato Tsipras per congratularsi. Poi, scuro in volto, ha ringraziato i suoi sostenitori, dicendosi "scontento" del risultato, pur accettandolo pienamente. L'ex premier ha poi ribadito di aver preso la guida, due anni fa, di un Paese sull'orlo della catastrofe e di consegnare nelle mani di Syriza una Paese "senza debiti" e che guarda al futuro con più ottimismo. Ma, voci interne al partito si rammaricano per le azioni "impopolari" dell'ex governo, che non avrebbe fatto abbastanza contro l'evasione fiscale e che avrebbe scaricato soprattutto sul settore pubblico il peso della crisi economica.
Terzo partito di Grecia i neonazisti di Alba Dorata, che - nonostante i dirigenti in carcere per omicidio - raccoglie in base alle prime proiezioni circa il 6.4% dei voti. Segno che l'enorme massa di disoccupati (3.5 milioni di persone) si è divisa tra il consenso alla sinistra radicale di Tsipras e quello all'estrema destra xenofoba di Alba Dorata. Ma il partito neonazista è tallonato dalla nuova formazione di centro-sinistra To Potami (Il Fiume), che si attesterebbe attorno al 6%.
I comunisti del Kke sono al 4,7%. Fanalino di coda i socialisti del Pasok, guidati da Evangelos Venizelos, che si attestano al 4,2%. Una sconfitta epocale per lo storico partito ellenico fondato da Andreas Papandreou. Ultimi a superare la soglia del 3% necessaria per entrare in Parlamento i Greci Indipendenti, il nuovo partito anti-austerity nato da una scissione con Nuova Democrazia. Resterebbero fuori dal Parlamento i candidati di Kinima, la neo formazione fondata tre settimane fa e che fa capo all'ex premier socialista George Papandreou.
Esplode la gioia nel quartier generale di Tsipras ad Atene, anche se per festeggiare pienamente si aspetta di capire se Syriza ha raggiunto la maggioranza assoluta o l'ha mancata per un pugno di voti. Ma una "quasi maggioranza" non rende certo la vittoria meno dolce e, intanto, i sostenitori di Tsipras brindano e cantano Bella Ciao per sottolineare la portata storica di questo risultato.