Emergenza terremoto: quali misure adotterà il governo
Ai 247 milioni del Fondo per le emergenze si aggiungeranno gli ingenti finanziamenti del Fondo Ue. Versamenti tributari sospesi per le persone colpite
È ancora presto per capire a quale modello di ricostruzione dei Paesi colpiti dal sisma guarderà il governo, una volta terminata l'emergenza. Quello che è certo è che occorrono subito ingenti finanziamenti, pubblici e privati, e occorre anche una capacità di fare squadra del sistema-Paese non solo per gestire l'emergenza, ma anche per iniziare o proseguire quel lavoro di messa in sicurezza del territorio ad alto rischio sismico sul quale, allo scoccare di ogni terremoto, la classe dirigente è solita spendere un fiume di parole.
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IL FONDO NAZIONALE PER LE EMERGENZE: 247 MILIONI
Oggi, però, mentre la macchina dei soccorsi lavora a pieno ritmo, il Consiglio dei Ministro è chiamato a prendere decisioni per gestire questa fase delicata. Nelle tre regioni colpite, Lazio, umbria e Marche, sarà proclamato lo stato di emergenza. Il Fondo per le emergenze nazionali metterà subito a disposizione 234 milioni, dicui 50 saranno impiegati immediatamente - ha confermato il ministro Delrio - per far fronte agli interventi emergenziali. Allo studio del governo c'è però anche un'altra ipotesi, già sperimentata in occasione di precedenti terremoti, come in Emilia: la sospensione per decreto dei versamenti tributari e contributivi per le persone colpite dal terremoto, una volta individuate le aree interessate.
IL FONDO EUROPEO PER LA RICOSTRUZIONE
Ai 234 milioni del Fondo per le emergenze nazionali si aggiungerà anche - una volta superata la fase dell'emergenza - la quota che presumibilmente verserà l’Unione europea attraverso il Fondo di solidarietà Ue, che in passato è già stato utilizzato per i terremoti di Molise, Aquila, Emilia-Romagna. Una richiesta che dovrà essere inviata a Bruxelles entro 12 settimane dal disastro e alla Commissione Ue dovrà rispondere entro sei settimane. Per capire di quale cifre si sta parlando basti dire per il terremoto in Molise (2002) l'Italia ricevette dall'Ue 30,1 mln di fondi, per quello in Abruzzo (2009) 493,8mln, e per quello in Emilia-Romagna (2012) 670,2mln. I fondi Ue saranno utilizzati per le operazioni d'emergenza e di ricostruzione, dal ripristino delle infrastrutture (acqua, elettricità, strade, ospedali o tlc), vitto e alloggio temporaneo per gli sfollati, protezione del patrimonio culturale, operazioni di pulizia. Il problema semmai, a breve, è capire se saremo in grado di usarli tutti quei soldi, vista la farragiosità del meccanismo del finanziamento e dei giustificativi di spese.
IL RUOLO DEI PRIVATI
Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha preso una serie di provvedimenti a favore delle famiglie e delle imprese delle province di Rieti, Ascoli Piceno, Perugia, Macerata e Fermo che hanno subito danni a causa del terremoto. È stato stanziato un plafond di 250 milioni di euro per i finanziamenti finalizzati al ripristino delle strutture danneggiate (abitazioni, negozi, uffici, laboratori artigianali, aziende) e a breve, di concerto con il governo specie sul capitolo dei mutui, saranno predisposte una serie di misure a sostegno della popolazione, relative a mutui e prestiti per imprese, piccoli artigiani, commercianti e famiglie che hanno subito danni a causa del terremoto. L'Abi (associazione bancaria italiana) ha invitato gli istituti di credito a sospendere le rate dei mutui per gli edifici danneggiati.