30 anni fa l'addio a Enrico Berlinguer
Trent'anni fa scompariva l'ultimo leader carismatico del PCI, al centro della trasformazione politica e ideologica del partito verso l'"Eurocomunismo" e la "destalinizzazione".
Trent'anni fa il 11 giugno 1984 moriva Enrico Berlinguer, ultimo leader carismatico del PCI. La morte fu improvvisa e dovuta alle conseguenze di un grave ictus che lo aveva colpito durante un comizio a Padova la sera del 7 giugno.
Di famiglia nobile di origini catalane, era nato a Sassari il 25 maggio 1922, un anno dopo la fondazione del Partito Comunista Italiano di Antonio Gramsci, sardo come lui.
Il padre Mario, parlamentare socialista, era stato il fondatore de "La Nuova Sardegna" e cugino di secondo grado di Francesco Cossiga. Nel 1943 Enrico si iscrive al PCI clandestino, nel 1944 organizza la rivolta dei forni di Sassari. Poco più tardi sarà introdotto dal padre a Palmiro Togliatti durante la permanenza di quest'ultimo a Salerno. Nel 1946 è segretario del Fronte della Gioventù e conosce Stalin in un viaggio in URSS.
Il 1956 sarà un anno cruciale per il comunismo internazionale e per lo stesso Berlinguer che si trovò nel guado dopo i fatti di Ungheria. Nel periodo compreso tra il XX Congresso del PCUS e la morte di Togliatti nel 1964. Proprio la successione a quest'ultimo aprì il grande dibattito sull'autonomia del PCI da Mosca, e Berlinguer sarà messo in disparte fino alla successione del segretario Longo. Per primo nel 1969 rompe con Mosca criticando Breznev in seguito ai fatti di Praga del 1968. Nel 1970 è segretario del PCI, dove traccerà la via ad una nuova forma politica comunemente nota come "Eurocomunismo". Dal 1970 al 1976, anno della massima espansione elettorale del partito, Berlinguer costruisce le basi del "compromesso storico" con la DC, che si infrangerà contro i governi di solidarietà nazionale in seguito al rapimento Moro. Il declino prosegue anche per l'ingresso di Bettino Craxi alla guida del PSI. La sua ostilità verso la partecipazione dei comunisti alla compagine di governo alzerà una barriera nei confronti di Berlinguer. Nel 1980 sarà invece la sconfitta sindacale alla Fiat a far segnare il passo alla segreteria Berlinguer, in seguito alla marcia dei quadri Fiat nota come la "marcia dei quarantamila" che costrinsero il PCI ad accettare il compromesso della cassa integrazione. Quattro anni dopo, durante la campagna elettorale per le politiche del 1984, la voce dell'ultimo Segretario con la S maiuscola si spegneva, segnando la fine di una parabola iniziata nel dopoguerra.