Migranti, il "no" di Salvini ai voli charter dalla Germania spiegato bene
Berlino smentisce, ma resta la polemica sui presunti rimpatri in Italia di cosiddetti “dublinanti”
“Chiudiamo gli aeroporti come abbiamo chiuso i porti”. Il “no” di Matteo Salvini, affidato come sempre ai social, è stato chiaro e ha avuto l’effetto di costringere Berlino a smentire la notizia di rimpatri di migranti in Italia attraverso voli charter. Ma di chi si tratta? Perché dalla Germania dovrebbero partire voli carichi di cosiddetti “dublinanti”? Chi sono?
Il primo ritorno nel nostro Paese sarebbe stato previsto per il 9 ottobre, ma dalla Baviera, da cui era in programma che decollassee il primo aereo, è arrivato il “dietrofront” con relativo chiarimento. Ecco da cosa sono nati la polemica e il nuovo fronte di scontro.
Voli chart da Berlino
Come se non bastassero i contrasti sui rimpatri di migranti giunti via mare dal Mediterraneo, ora si aggiunge il nuovo “fronte aereo”. Invece che su barconi dalle coste del nord Africa, i migranti potrebbero ora arrivare a bordo di voli charter dal nord Europa e in particolare dalla Germania e nello specifico da Monaco di Baviera.
Ad anticipare la notizia di imminenti sbarchi aerei è stata Repubblica. Il governo tedesco ha smentito, tramite un portavoce delle autorità bavaresi responsabili per le politiche migratorie, ma fonti dell’aeroporto di Monaco, citate dall’agenzia stampa Dpa, hanno invece riferito che un primo volo sarebbe stato effettivamente pianificato per questa settimana. Avrebbe avuto a bordo richiedendo asilo nigeriani definiti “dublinanti” (o “immigrati secondari”) da riportare in Italia.
Chi sono i “dublinanti”
Con questa definizione si intendono i migranti rintracciati in diversi paesi europei, che non siano quelli di primo ingresso. Il nome deriva dal trattato di Dublino, secondo cui le richieste di asilo devono essere presentate proprio nel primo paese d’arrivo. In questo caso, i migranti fatt presentato richiesta in Italia, lasciando però il territorio prima di ottenere parere favorevole.
Un eventuale rimpatrio si inquadrerebbe in una politica cosiddetta di secondary movement, sulla quale però l’Italia sostiene non ci sia alcun accordo a livello europeo.
La smentita
Al primo volo programmato per questa settimana, secondo l’agenzia Dpa, ne sarebbe seguito un secondo il 17 ottobre con accompagnamento di altri richiedenti asilo, scortati da agenti della polizia locale bavarese. “Non ci sarà alcun volo charter questa settimana” hanno però negato le autorità bavaresi competenti, secondo le quali cui questo tipo di rimpatrio deve essere “coordinato con la polizia federale”, dunque a livello di governo centrale tedesco.
Anche il vicepremier e ministro del’Interno Salvini ha respinto l’ipotesi di rimpatri di “dublinanti”, dicendo: “Se qualcuno, a Berlino o a Bruxelles, pensa di scaricare in Italia decine di migranti con dei voli charter non autorizzati, sappia che non c’è e non ci sarà aeroporto disponibile”.
Stessa posizione per l’altro vicepremier, Di Maio: “Io questa cosa dei voli charter con i migranti che arrivano in Italia non so chi l’abbia autorizzata sinceramente perché sui secondary movements, che era il tema su cui si discuteva con Italia in Europea e che ci chiedeva la Germania non è stato sottoscritto nessun accordo”.
Il giallo degli “addestramenti” in Germania
Resta, però, il mistero sugli addestramenti condotti negli ultimi mesi proprio in Germania da parte di ufficiali della polizia locale della Baviera. Si tratta di appositi training che sarebbero stati seguiti da circa due dozzine di poliziotti per effettuare questo genere di operazione di trasferimento coatto.
In realtà un precedente ci sarebbe già stato. A darne conferma, in questo caso, è stato il ministero dell’Interno tedesco, secondo cui già a luglio sarebbe atterrato in uno scalo milanese un volo con a bordo “migranti secondari” dalla Germania. Lo stesso ministero tedesco avrebbe programmato di riportare in Italia 10.748 migranti che vorrebbero ottenere l’asilo (e avrebbero presentato relativa domanda in Italia, in quanto primo approdo). Di questi, però, ne sarebbero stati rimandati 1.692.
Le elezioni in Germania e le tensioni con l’Italia
Il tema dell’immigrazione non è solo fonte di tensione tra Berlino e Roma. Rappresenta, infatti, un terreno di scontro interno: proprio nei prossimi giorni si vota per il rinnovo dell’amministrazione regionale in Baviera e il partito di centro destra, Csu, ha interesse a seguire la linea della fermezza per non perdere consensi. Tutto ciò ha però dei risvolti anche a livello centrale nel difficile equilibrio tra la cancelliera Merkel e l’ala più conservatrice del partito, cioè proprio quella bavarese guidata dal ministro dell’Interno Horst Seehofer.
Era stato lo stesso Seehofer, il 13 settembre, ad annunciare di aver concluso un accordo con l’Italia per trasferire i migranti fermati all’interno del territorio tedesco, salvo essere smentito da Salvini 15 giorni dopo. Il responsabile del Viminale, infatti, aveva chiarito come la questione dei secondary movements fosse nelle mani della Merkel: “Io non firmerò nessun accordo, finché la Germania si fingerà sorda e non entra in merito alle nostre richieste. Non firmo accordi a pezzetti. L’accordo da settimane è sul mio tavolo, ma non ho ancora firmato nulla” aveva dichiarato in una intervista al quotidiano austriaco Die Presse, aggiungendo: “Abbiamo sempre detto alla Germania che l’accordo può solo essere parte di un’intesa più ampia, che vogliamo riformare Dublino e le regole per le navi che soccorrono migranti (…). La questione è passata nelle mani della cancelliera Merkel che si occuperà delle trattative”.