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Perché anche Jared Kushner è sotto indagine

L'ultimo capitolo del Russiagate su di lui riguarda il divieto di accedere ai documenti top secret dell'amministrazione Usa

L'ultimo capitolo dell'inchiesta sul Russiagate che ha come protagonista il genero-consigliere di Trump, Jared Kushner, ha a che fare con il suo "declassamento", una mossa che gli impeditrà di avere accesso a molti dei documenti "sensibili" dell'amministrazione. Lo rivelano alcuni media Usa.

E' quanto prevede un memo inviato venerdì scorso e riguardante non solo Kushner, ma tutti i dirigenti dell'amministrazione che hanno un nullaosta provvisorio, che ora passerà dal livello Top secret/Sci (Sensitive Compartmentalized Information) a livello Secret.

Il memo, secondo Politico.com, non è firmato dal capo dello staff John Kelly ma arriva dopo le polemiche sul caso di Rob Porter, l'ex segretario dello staff con nullaosta provvisorio, dimessosi dopo essere stato accusato pubblicamente dalle due ex moglie di violenze domestiche, circostante però note da tempo allo stesso Kelly.

Alla base del provvedimento ci sarebbero i tentativi di quattro Paesi stranieri di manipolarlo per i propri fini attraverso i suoi affari.

Un'indagine sempre più ampia

Le indagini sul marito di Ivanka sono cominciate nel giugno dello scorso anno, quando il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller, avviò le indagini nei sui confronti, come rivelò, per primo il Washington Post.

Secondo il quotidiano, l'attenzione del procuratore è incentrata soprattutto sugli affari condotti da Kushner dopo i suoi incontri, nello scorso dicembre, con l'ambasciatore russo negli Usa, Sergei Kysliak, e con il banchiere russo Sergei Gorkov, presidente di Vnesheconombank, banca sottoposta a sanzioni americane. 

Kushner secondo fonti di intelligence citate dal quotidiano di Washington, avrebbe chiesto a entrambi Kysliak di aprire un canale di comunicazione riservato con Mosca.

Il suo nome si aggiunge a quelli di altri stretti collaboratori di Trump già coinvolti nell'indagine sul Russiagate, tra il quali l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, l'ex capo della campagna elettorale Paul Manafort e il consigliere elettorale Carter Page.

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Redazione