Europa: venti di guerra fredda tra Stati Uniti e Russia
La Nato schiererà 2400 soldati nelle regionali orientali. Un dispiegamento di forze che non si vedeva dal crollo del blocco sovietico
Un dispiegamento militare senza precedenti, lungo i confini a est dell'Alleanza Atlantica (Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia, Romania e Bulgaria). Quattromiladuecento soldati schierati nei territori di sei Stati membri della Nato (Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia, Romania e Bulgaria) con l'obiettivo di contenere quello che le teste d'uovo dell'Alleanza definiscono l'espansionismo russo verso le regioni orientali dell'Europa. Il piano, approvato dalla Casa Bianca, dovrebbe partire nel febbraio 2017 con uno stanziamento monstre iniziale di 3,4 miliardi di dollari che finirebbe, nel medio periodo, per quadruplicare i costi per la Difesa europea. Ne ha scritto - anticipandone i contenuti - il Wall Street Journal, prefigurando la possibilità di un ritorno ai tempi della Guerra fredda e della contrapposizione tra Stati Uniti e Russia.
L'infografica del Wall Street Journal
Che il progetto di dispiegamento delle forze armate dell'Alleanza verso i confini orientali non sia soltanto una mossa tattica ed estemporanea lo ha confermato anche il generale Ben Hodges, comandante delle forze americane in Europa, secondo il quale l'obiettivo è proprio quello di creare una «presenza costante» lungo i confini Est della Nato.
Il rappresentante di Mosca presso la Nato, nel cui consiglio dal 1991 siede anche la Russia con un semplice ruolo di osservatore, non ha perso tempo a rispondere alla Casa Bianca: «Non siamo osservatori passivi, noi gradualmente realizziamo tutte quelle misure militari che riteniamo necessarie per compensare questa presenza rafforzata e non giustificata da nulla. Naturalmente la risposta sarà assolutamente asimmetrica, sarà calibrata a tal punto da corrispondere alla nostra visione sul grado della minaccia militare e da essere massimamente efficace e non estremamente costosa». Secondo il Cremlino l'aumento di uomini e mezzi nei Paesi confinanti con la Russia viola il patto del 1997 che stabilisce il divieto di forze permanenti sulla frontiera russa. Il continuo circolo degli effettivi Nato servirebbe proprio ad aggirare, formalmente, questo divieto.