Europee: Renzi ha preso davvero più voti di Berlinguer?
Un raffronto numerico tra le storiche elezioni dell'Italia repubblicana e quelle del 25 maggio 2014
A bocce ferme si può affermare, senza ombra di smentita alcuna, la nascita di un nuovo partito: il PD di Matteo Renzi post democristiano e post comunista.
Certo il risultato ottenuto dal PD non è il record assoluto in termini di voti per la sola sinistra nella storia repubblicana. Infatti, prendendo come termini di paragone due tipi di consultazione che coinvolgono l’intero corpo elettorale, le Elezioni Politiche e le Elezioni Europee, il record appartiene al PCI che alle elezioni politiche del 1976 raggiunse 12.614.650 di voti (34,37%). Al secondo posto c’è il PD di Prodi che alle Politiche del 2008 raggiunse i 12.095.306 voti (33,18%); al terzo ancora Prodi con l’Ulivo alle Politiche del 2006 con 11.930.983 voti (31,27%), al quarto il PCI dell’Europee del 1984 con 11.641.955 voti (33,32%) e al quinto posto si piazza il PD di Matteo Renzi con 11.172.861 (40,81%).
Ma, essendo il PD, l’unione di due storici partiti come la DC e il PCI, quello che emerge da questo risultato, è che, per la prima volta, sembra essersi concluso quel processo di avvicinamento, quella fusione a freddo iniziata nella Prima Repubblica con il “compromesso storico” voluto da Aldo Moro ed Enrico Berlinguer. Infatti, dopo anni di lotte fratricida e suicidi tafazziani, Renzi sembra essere riuscito nell’intento di mettere insieme i voti degli italiani rimasti orfani della vecchia Balena Bianca e della Falce e Martello, aprendo una nuova era, o meglio, una “terza via” al centro-sinistra italiano.