Federproprietà, il Decreto Semplificazioni rischia di complicare gli affitti
Il decreto 73 dello scorso 21 giugno che tratta la «straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni per la semplificazione in materia tributaria, al fine di assicurare una riduzione degli oneri amministrativi per i cittadini e le imprese» rischia di complicare lo stato delle cose e creare conflittualità tra le parti coinvolte.
A lanciare l’allarme è Federproprietà che, in una nota, mette in guardia sulle conseguenza pericolose che inevitabilmente avrebbe il provvedimento in oggetto se approvato nella sua stesura attuale. Secondo quanto riportato dalla Federazione Nazionale Proprietà Edilizia, gli accordi territoriali - previsti dal Decreto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 gennaio 2017 - he le organizzazioni sindacali della proprietà e dell’inquilinato sottoscrivono per la stipula dei contratti di locazione a uso abitativo a canone concordato (a Roma l’accordo è del 2019) prevedono che dette organizzazioni debbano curare anche il rilascio di una attestazione che certifichi che il contratto stipulato fra le parti risponda a quell’accordo sia sotto il profilo normativo sia sotto quello economico ed anche con riguardo alle agevolazioni fiscali. Attestazione che viene allegata al contratto all’atto della sua registrazione e anzi costituisce presupposto perché l’Agenzia delle Entrate lo registri.
La nuova norma, «seppur inserita in un testo che espressamente parla di semplificazioni fiscali», in realtà raggiunge un risultato opposto, ovvero complica le attività. Infatti l’art. 7 del D.L. in esame, in palese contrasto con quello del 2017, dispone che l’attestazione, una volta rilasciata per un determinato contratto stipulato fra le parti, possa essere fatta valere per tutti i contratti relativi a quell’immobile stipulati successivamente al suo rilascio da parte del conduttore, anche se sottoscritti fra altre parti.
Federproprietà sottolinea così come il nuovo decreto comporterebbe una palese violazione della privacy, dato che nel nuovo contratto comparirebbero dati sensibili del precedente conduttore – nominativo, ammontare del canone pattuito, durata, tipologia del contratto fra le varie previste dalla legge, ubicazione dell’immobile – senza che quest’ultimo ne abbia notizia e senza che abbia espresso alcun consenso in merito.
Non solo, la normativa porterebbe a un utilizzo indiscriminato delle attestazioni rispetto a contratti diversi e con parti diverse, con assunzione comunque di responsabilità da parte delle Organizzazioni sindacali perché a quel contratto viene allegata una attestazione che riguarda altro contratto precedente firmata dall’associazione che l’ha rilasciata.
Federproprietà conclude sottolineando come esista un fondato rischio che il nuovo contratto non controllato porti alla introduzione di clausole vessatorie a discapito delle parti del contratto, facendo così aumentare il contenzioso.