La Ferrari torna alla vittoria con Sainz che si prende il ruolo di prima guida
Al via della stagione Leclerc pretendeva il posto di prima guida ma la pista ha raccontato una storia diversa
Nel giorno del ritorno al successo dopo quasi 30 gare di digiuno della Ferrari c’è una domanda che serpeggia nel paddock e che, ovviamente, per rispetto alla Real Casa di Maranello nessuno osa dire a voce alta ed in pubblico: ma non era Leclerc quello forte, la «prima guida», il «Predestinato»?
La questione non solo è lecita ma è serissima. Tornando indietro ricordiamo che la stagione passata si era chiusa con il monegasco in crisi tranquillizzato (scrivevano tutti) dall’arrivo di Vasseur alla guida della Rossa che gli avrebbe garantito il ruolo di top driver del team con Carlos Saint relegato al ruolo di gregario.
Per chi masticasse poco di Formula 1 la differenza tra la prima e la seconda guida in un team è cosa evidente, conclamata, chiara, di almeno mezzo secondo al giro. Basti guardare ad esempio cosa succede alla Red Bull tra Verstappen e Perez che sembrano avere due auto diverse tanto evidente è la differenza. Ecco, fin dalle prime gare della stagione questa diversità nella Rossa non si è mai vista, anzi. Spesso Sainz sia in gara che in prova è andato meglio del più reclamizzato monegasco e nelle ultime due gare c’è stato un quadruplo schiaffo di Sainz al suo rivale: pole position a Monza, podio a Monza, pole position a Singapore, vittoria a Singapore. Il tutto concretizzato nel sorpasso dentro la classifica piloti con lo spagnolo a quota 142 punti mentre Leclerc si trova a 123.
C’è qualcosa quindi che non torna, soprattutto nelle narrazioni degli esperti alla vigilia della stagione 2023. Ormai alla Ferrari parlare di prima guida è impossibile e di sicuro non lo è Leclerc. Troppi anche gli errori commessi dal monegasco che forse ha sofferto l’essersi reso conto fin dall’inizio che non c’era alcuna possibilità di lottare con Verstappen. Ma di sicuro la sua è una stagione sottotono. Dall’altra parte, altrettanto colpevolmente, forse tutti avevano sottovalutato le qualità dello spagnolo, molto più di un semplice comprimario-aziendalista.
Non sappiamo cosa succederà nelle prossime gare; di sicuro Leclerc se davvero è il «Predestinato» di cui molti parlano deve far vedere qualcosa in più. Anche perché il primo avversario di ogni pilota di Formula 1 è quello che si trova dall’altra parte dello stesso garage. O gli elogi di questi anni sembreranno per sempre un'esagerazione.