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Firenze: da aspirante suicida a omicida

È la storia di Roberto Pirrone che ha ucciso Idy Diene, un uomo di 54 anni senegalese

Un debito da 30.000 euro, i soldi che non bastano mai, le litigate con la moglie e quella voglia di farla finita diventata insostenibile.

Chi è Roberto Pirrone, l'assassino di Firenze

Roberto Pirrone, tipografo di 65 anni in pensione, ieri mattina è uscito dalla sua casa nel cuore buono di Firenze pensando di rivolgere una delle sue pistole semiautomatiche contro se stesso, ma dopo poche ore sul centralissimo ponte Vespucci ha ferito a morte Idy Diene, 54 anni, ambulante senegalese con regolare permesso di soggiorno. La sua unica colpa: quella di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Cosa sia scattato nella testa di Pirrone in quelle due ore non è dato saperlo con certezza, ma l'uomo, che è stato subito fermato dai militari della Folgore in servizio per l'operazione Strade sicure ed è poi stato arrestato dalla squadra mobile, ha raccontato la sua versione dei fatti.

Al pm Giuseppe Ledda Pirrone avrebbe detto di non aver avuto la forza di rivolgere l'arma contro se stesso e di aver scelto a caso un obiettivo contro cui accanire la propria rabbia. Prima l'ex tipografo avrebbe incontrato una famiglia con bambini e per questo avrebbe desistito e poi i suoi occhi si sarebbero appoggiati sul senegalese, obiettivo prescelto per l'omicidio. Lo scopo di Pirrone sarebbe stato solo uno: farsi portare in carcere per non dovere più fare i conti con una vita che gli andava stretta.

Una morte gratuita

E così Diene è morto, in mezzo alla strada, raggiunto da una serie di proiettili che l'hanno ferito all'addome al torace e infine alla testa.

Un drammatico tiro al bersaglio dopo il quale la comunità senegalese ha alzato la testa rifiutandosi di credere che non sia stato un gesto di razzismo alimentato dal clima politico attuale. "Non crediamo al gesto di un pazzo – ha detto Pape Diawstorico portavoce della comunità fiorentina del Senegal – e non ci piace che questa cosa sia avvenuta in questo momento politico dell’Italia".

Su Facebook Diaw, che ha organizzato fiaccolate e manifestazioni in ricordo di Diane, ha scritto: "Ha sparato a un nero. Quanti italiani ha incrociato prima? Perché non ha sparato a loro? Niente mi convince di questa storia".

L'uomo ha invitato i suoi connazionali alla calma, ma la rabbia è molta "Non abbiamo parole - ha detto Mamadou Sall, altro portavoce della comunità senegalese a La Nazione -, questo è stato un omicidio gratuito. Noi non siamo polli da ammazzare, qualcuno però sembra ci consideri così. Ci stiamo organizzando tutti insieme per dare un segnale forte alla città".

I testimoni

Pirrone, da quanto trapela, era un uomo tranquillo con la passione per le armi che deteneva in maniera regolare. Il progetto suicida sarebbe stato confermato dal ritrovamento di una lettera indirizzata alla figlia nella quale dava disposizioni circa la gestione del poco denaro rimasto in famiglia.

Testimoni intervistati dal quotidiano fiorentino ricordano gli attimi successivi all'omicidio. "Io l'ho visto. L'ho guardato dritto negli occhi, come si guarda un assassino - ha raccontato a La Nazione un abitante della zona - Aveva una giacca rossa e una borsa a tracolla, camminava piano piano per via di Melegnano. Non correva, aveva la faccia di uno che sapeva che sarebbe stato catturato. Era impassibile, indifferente, nessun cenno di rimorso sul suo viso, è questo che ci ha fatto più rabbia. Eppure ha ammazzato un uomo". E un altro uomo ha confermato questa versione aggiungendo: "L’ho visto con le mani rivolte verso il cielo. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e ha detto frasi del tipo 'Mi fa schifo questa vita, portatemi in carcere'".

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Barbara Massaro