«I nostri figli, vittime della droga e della corsa ai like»
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«I nostri figli, vittime della droga e della corsa ai like»

La terribile storia delle ragazzine violentate da coetanei a Firenze accende i riflettori su un fenomeno che interessa sempre più i giovanissimi. Ne abbiamo parlato con un educatore di una Casa di cura dalle dipendenze

L'orribile storia delle due ragazzine di 12 anni vittime di una festa finita in stupro, secondo la denuncia, nella provincia di Firenze accende i riflettori su un fenomeno sempre più diffuso anche tra i preadolescenti. Droga, alcool e profilattici chiesti ai partecipanti, così - ma la magistratura dovrà accertare fino in fondo i fatti - il festino organizzato da un 14enne si è trasformato così in una trappola per le due minori convinte ad avere rapporti sessuali con dei loro coetanei di qualche anno più grande.

Una storia finita con le denunce a vario titolo di 24 persone e che mostra il fenomeno ricorrente dei festini a base di alcol e droga organizzati da giovani e spesso terminati con degli stupri. Violenze filmate e date in pasto ai social o alle chat di gruppo che mostrano una realtà agghiacciante emersa anche in altre inchieste avviate a Roma, Bologna, Reggio Emilia e Milano.

«I ragazzi adesso sono alla spasmodica ricerca di like e visualizzazioni sui social. Ma per ottenere questo hanno bisogno di alzare sempre più l’asticella, così commettono violenze, stupri o corse folli in auto finite in incidenti mortali come il caso di Roma a Casal Palocco» commenta Simone Feder, educatore e psicologo e coordinatore dell'area Giovani e Dipendenze della comunità Casa del Giovane di Pavia

Quanto pesa l’uso dei social?

«I giovani sono cambiati con l’uso dei social e degli smartphone che sono uno strumento estremamente pericoloso che non dovrebbe essere usato senza un controllo da parte dei genitori. I ragazzi con i social possono sviluppare sintomi depressivi in quanto si spinge gli adolescenti a confrontarsi minando la loro autostima. Le ragazze giovani possono essere ancora più vulnerabili e sviluppare disturbi alimentari mentre tutti i giovani possono essere esposti a contenuti "pericolosi", come atti violenti o sessuali».

Quanto è determinante l’uso delle droghe?

«Sullo sfondo di queste situazioni c’è sempre la droga e adesso ne circola di più e costa meno. Al bosco del Rogoredo con qualche monetina si compra crack e cannabis. Ogni sera vedo tantissimi minorenni sballati in quel Bosco soli con il loro malessere e la loro dipendenza che sempre più spesso si trasforma in violenza verso gli altri. Una violenza come quella subita da queste ragazzine di 12 anni. Stupri di cui saranno rimaste vittime anche tante altre loro coetanee ma che avranno preferito non raccontare per non essere emarginate.

Ma il dato più importante di questa storia è che tutto si è scoperto grazie all’intervento di una mamma che ha trovato il video della violenza sul telefono del figlio, per questo è fondamentale che ci sia un controllo genitoriale. Mentre oggi per mia esperienza tantissimi genitori delegano agli specialisti e alle comunità la crescita di figli problematici, ostili o polidipendenti, ma il problema sono anche loro. Molti genitori stanno crescendo i loro figli senza porre dei limiti. Ma soprattutto non è pensabile che si lasci una casa a dei minori di quell’età per un party di capodanno dove gli adulti sono praticamente assenti».

Al di là dei social parliamo di delitti contro la persona molto gravi. Perché tra i giovani sembra non esserci quell’umanità verso la vittima?

«I ragazzi che commettono certi atti non si rendono conto della gravità di quello che hanno fatto e non pensano alle conseguenze sulla vita della vittima, per loro è una bravata, tendono a sminuire ma soprattutto il più delle volte sono sotto effetto di sostanze stupefacenti. In più c’è una sorta di emulazione, infatti più si parla di queste cose senza un approfondimento serio più si ripetono. Io mi occupo di comunità ed oggi sono a Piombino con 15 dei miei ragazzi tutti sotto i 21 anni che hanno vari tipi di problemi, sono inviati dai tribunali, dalle famiglie e alcuni addirittura accompagnati dagli amici. Il Serd il più delle volte certifica questi ragazzi come polidipendenti. In pratica si è alzato il disagio dei giovani e si è abbassata l’età in cui si comincia ad usare droga come come cannabis e crack. Ma ripeto oltre che sui ragazzi bisogna lavorare sui genitori».

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Linda Di Benedetto