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Elezioni in Francia: chi può avere vantaggio dall'inchiesta su Fillon

La parentopoli che ha investito l'ex premier e candidato all'Eliseo potrebbe mettere le ali a Emmanuel Macron, il giovane leader di En Marche!, un movimento liberalprogressista e filoeuropeo in forte crescita nei sondaggi

Ora che Francois Fillon potrebbe essere costretto a ritirarsi dalla corsa per l'Eliseo perché avrebbe fatto assumere  sua moglie Penelope come assistente parlamentare sostanzialmente per non fare nulla, consentendole di guadagnare in quindici anni (1998-2013) la cifra monstre di 831.440 euro lordi, il centrodestra francese potrebbe trovarsi senza un candidato presidenziale quando mancano ormai tre mesi al D-Day elettorale. In Francia è una situazione che non si era mai verificata prima. 

È vero che la legge francese non vieta espressamente l'assunzione di parenti in cariche pubbliche. Ed è altrettanto certo che l'indagine  aperta dalla procura per appropriazione indebita, abuso di beni pubblici e occultamento sulla base dell'inchiesta giornalistica di  Le Canard enchaîné potrebbe risolversi in un nulla di fatto, essendo complesso dimostrare - nonostante  numerose testimonianze e riscontri fattuali come l'assenza di un tesserino e di un account parlamentari in possesso della donna - che effettivamente Penelope veniva pagata fino a 10 mila euro mensili per non lavorare.

Una cosa, insomma, è la verità dei fatti, che apparirebbe sufficientemente chiara, un'altra è la verità processuale, che è più difficile da far emergere.

Fillon si trova comunque in una situazione difficile. Perora ha dichiarato che si ritirerà solo se dovesse essere ufficialmente indagato, provando a buttare il pallone fuori dal rettangolo di gioco: «Mai, a meno di tre mesi da un’elezione presidenziale, un’operazione di tale portata e così da professionisti è stata montata per cercare di eliminare un candidato con mezzi diversi dal voto democratico. Ognuno ne trarrà le conseguenze. Ho fiducia nella giustizia. Sono sicuro, sono sereno e aspetto, ora, la fine di questa indagine». È la sua linea del Piave. Ma politicamente, e moralmente, l'inchiesta rischia di costare cara, a lui e a tutto il centrodestra francese.
 

Secondo l'inchiesta della rivista Le Canard enchaîné l'ex premier di centrodestra avrebbe fatto guadagnare a moglie e figli per prestazioni mai effettuate quasi un milione di euro in quindici anni


Non solo: Fillon deve spiegare, prima ancora che ai giudici, al suo elettorato, perché abbia assunto la moglie per un lavoro parlamentare che nessun parlamentare conferma, ma deve spiegare anche come mai abbia mentito  quando - intervistato sul canale televisivo TF1 - ha dichiarato di aver assunto da senatore due dei suoi figli per consulenze legali di cui non è ovviamente rimasta traccia: i suoi due figli, allora, tra il 2005 e il 2010, erano semplici studenti in giurisprudenza. Di più, c'è un'altra domanda cui - secondo Le Canard enchaîné - l'ex premier deve rispondere: in che cosa consisteva esattamente il pagatissimo lavoro di consulente  (quasi 100 mila euro) che Penelope Fillon avrebbe svolto per conto della rivista di proprietà di un amico miliardario del marito? Significa qualcosa che il direttore della rivista, Michel Crépu,  intervistato da Le Canard enchainé, ha spiegato che Penelope «ha firmato solo due, forse tre note di lettura»?  Non era lo stesso Fillon, durante e primarie, che  attaccava Sarkozy – coinvolto in molti procedimenti giudiziari – dicendo: «Immaginate un de Gaulle rinviato a giudizio»?

In tutto questo, c'è la ricaduta politica, l'effetto che questa parentopoli transalpina potrebbe produrre sulla corsa verso l'Eliseo. I sondaggi segnalano ovviamente un calo per Fillon, che però sarebbe ancora in grado di arrivare al ballottaggio, e un corrispondendo aumento delle intenzioni di voto per Emmanuel Macron, il giovane e dinamico ex ministro del governo Valls (socialista) che ha fondato un movimento, En Marche!, dal profilo europeista, liberale e moderatamente progressista, che potrebbe svuotare parte dell'elettorato centrista di Fillon,  e consentirgli di arrivare al ballottaggio contro Marine Le Pen. Macron ha il vantaggio, se Fillon dovesse essere costretto al fatidico passo indietro o non riuscisse ad arrivare al ballottaggio, di poter convogliare su di sé parte dell'elettorato meno radicale del centrodestra e del centrosinistra francesi, un vantaggio che non avrebbe nessuno degli altri candidati - né  Hamon, il vincitore radicale delle primarie socialiste, né il comunista Melenchon - in un eventuale secondo turno presidenziale contro donna Marina.

Il leader del Fronte Nazionale - favorita al primo turno ma contro la quale finora è sempre valso al ballottaggio il soccorso repubblicano e antifascista verso il candidato (gollista o socialista che fosse) rimasto in gara - dovrebbe augurarsi secondo i commentatori francesi di competere contro un Fillon azzoppato dallo scandalo oppure, in subordine, contro il socialista radicale Hamon. Lo scenario peggiore per lei, grande amica di Putin e nemica giurata dell'Unione, è una sfida al ballottaggio contro Macron.Dalla sua l'ex ministro ha la giovane età, il fatto che non è un vecchio dinosauro della V Repubblica, un profilo liberale, laico e moderatamente progressista che potrebbe convincere buona parte dell'elettorato dei due tradizionali poli politici francesi (socialisti e gollisti).

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Redazione Panorama