Frontex plus e la miopia dell'Europa
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Frontex plus e la miopia dell'Europa

Nonostante le belle parole spese per ringraziare l'Italia, nonostante il viaggio del ministro Alfano a Bruxelles, il vecchio continente ci ha lasciati soli. Dimostrando una cecità suicida

 

Il dilemma non è tra “Mare Nostrum” e “Frontex Plus”, anche perché di concreto a Bruxelles il ministro Alfano non ha strappato praticamente nulla (il futuribile dispositivo europeo fonderà due iniziative già esistenti, Hermes e Aeneas, in posizione arretrata rispetto al dispiegamento attuale della nostra Marina in acque internazionali). Il punto è tutto un altro: se intercetteremo e soccorreremo i natanti in posizione avanzata, a ridosso delle acque libiche, o invece ripiegheremo e ci limiteremo a vigilare e salvare chi si può. Se a fine novembre potremo cominciare a smobilitare “Mare Nostrum”, in coincidenza con un clima più rigido che dovrebbe scoraggiare i viaggi per mare, passeremo finalmente da una filosofia di soccorso attivo a un’altra di presidio della frontiera marittima. Un ritorno al passato, anche se non proprio ai respingimenti dell’epoca Maroni.

Al di là delle belle parole del commissario europeo Cecilia Malmstroem che adesso invita “tutto il mondo” a ringraziare l’Italia e a rendersi conto di quello che stiamo facendo per salvare vite umane, da parte europea non c’è un solo impegno scritto e quantificato. Nessuna cifra relativa ai fondi che i singoli Stati dovranno o vorranno (vorranno!) mettere a disposizione di “Frontex Plus”. Nessuna sui mezzi di cui “Hermes-Aeneas” potranno avvalersi e forniti da chi (sempre bontà loro, che poi la bontà non è molta). È ben difficile che all’improvviso, sul fronte dell’immigrazione, nella UE si scateni una gara di solidarietà a pagare carburante, prestare navi militari e elicotteri, aiutare l’Italia in prima linea nel Mediterraneo. Alla Francia ha fatto comodo far cadere Gheddafi, fare la guerra a una Libia laica che era un baluardo (ancorché autoritario) contro l’islamismo dei tagliagole, ma ecco sparisce quando le conseguenze di quella sciagurata guerra personale e nazionalista di Sarkozy produce il caos migratorio e il contagio islamista in tutto il Nord Africa e nell’Africa sub-sahariana. Alfano incontrando il suo omologo francese a Roma subito dopo la Malmstroem a Bruxelles, firma una nota congiunta che si concentra sulla necessità di identificare bene i migranti che si presentano. Ma sulla Francia pesa una responsabilità enorme per quello che sta succedendo in Libia (e non solo).

Se finora non siamo riusciti, da presidenti di turno dell’Unione, a imporre un Consiglio straordinario per discutere un’emergenza che da gennaio, in neanche 8 mesi, ha portato in Europa via mare 124mila migranti (108mila dei quali in Italia come primo approdo), cioè quasi 2mila al giorno, pensate voi che riusciremo a ottenere dai nostri amati partner qualcosa più di un impegno nominale, una pacca sulle spalle, qualche funzionario ben pagato a Natale? Quanto può valere la promessa della Malmstroem di fare “tutto quanto in mio potere” perché tutti i 28 Paesi dell’Unione contribuiscano?

Qualcosa si è mosso, nel faccia a faccia tra Alfano e la commissaria UE, solo perché c’è un allarme collegato a possibili infiltrazioni terroristiche nel flusso incontrollato di migranti da zone calde come la Siria e l’Egitto. La miopia dell’Europa è tale che non capisce, probabilmente, l’impatto spaventoso della bomba demografica. Le cifre sono impressionanti. Noi non siamo il paese col maggior numero di immigrati in proporzione alla popolazione. Secondo il Viminale, gli stranieri regolarmente soggiornanti al 31 luglio 2014 erano quasi 4 milioni. Poi però ci sono gli irregolari, e nessuno potrà mai convincermi che vi siano stime precise di quanti siano realmente (quanti restino in Italia o riescano a raggiungere il Nord Europa che per la gran parte di loro è la destinazione finale). In Francia, Germania e Gran Bretagna gli immigrati sono storicamente molti di più. Ma da noi non c’è lo stesso controllo, e siccome le frontiere dell’Italia sono di fatto quelle dell’Europa, se lo Stivale è un colabrodo rischia di diventarlo anche il resto della UE (Germania e Francia stanno ben attente alle loro frontiere e respingono sempre più spesso i migranti).

Il punto non è mai l’immigrazione in quanto tale, ma la sua qualità e il controllo che uno Stato riesce a esercitare. Noi siamo e restiamo ciechi, miopi e soli. Mare Nostrum continua, almeno fino alla fine di novembre. Frontex Plus non sarà mai in grado di sostituirlo. E saremo, come usa dire, da capo a dodici. Anzi a (quasi) 200mila. Clandestini l’anno. 

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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