Germania al voto: l'ascesa dei neonazisti toglie il sonno ad Angela Merkel

Per Angela Merkel, il voto di domenica - quando sarà chiamato alle urne circa il 20% del corpo elettorale tedesco per rinnovare i consigli regionali di tre Land-chiave del Paese - è forse l'appuntamento più difficile da quando è diventata cancelliere. Il banco di prova della sua politica sui migranti che ha messo le ali a tutte le forze populiste tedesche, compresa Alternative fur Deutschland, il partito di ispirazione neonazista che alle recenti elezioni locali in Assia, la regione di Francoforte, ha ottenuto il 13% dei voti, diventando anche stabilmente - secondo tutti i sondaggi - il terzo partito della Germania e oscillando nei land dove si voterà (il Baden-Wuerttemberg, la Renania-Palatinato e la Sassonia-Anhalt) tra il 9% e il 19% delle intenzioni di voto.

Guidato dalla giovane e carismatica Frauke Petry, capace anche alle ultime elezioni  di eleggere ben sette deputati al Parlamento europeo, l'AFD è riuscito a capitalizzare la rabbia anti-sistema contro le politiche migratorie perseguite dalla Grosse Koalition, raccogliendo a est un largo consenso tra i disoccupati, gli operai non specializzati e anche molti nostalgici della RDT e a ovest sfondando in quella piccola borghesia identitaria e nazionalista che, fino a qualche anno fa, votava la Cdu.

L'AFD è riuscito a capitalizzare la rabbia anti-sistema contro le politiche migratorie raccogliendo a est un largo consenso tra i disoccupati, gli operai non specializzati e anche molti nostalgici della RDT e a ovest sfondando in quella piccola borghesia nazionalista che, fino a qualche anno fa, votava la Cdu

Le posizioni di questo partito che sta togliendo il sonno ad Angela Merkel sono tutte un programma, con richiami a sparare su uomini, donne e bambini per proteggere i confini tedeschi (facendo poi marcia indietro sui bambini) e continui inviti alle autorità per riscrivere la storia tedesca negli anni del Reich, relegato secondo Petri a un periodo di «dodici anni sfortunati».

Queste elezioni, benché locali, potrebbero avere pesanti ripercussioni non solo sulla tenuta del governo tedesco, ma anche su tutta la politica europea di gestione e accoglienza dei migranti e dei profughi, contro la quale sono schierate tutte le forze populiste europee, dalla Germania all'Ungheria, fino all'Italia, ma anche pezzi rilevanti delle opinioni pubbliche.

Il possibile terremoto è tutto registrato dai sondaggi Insa: nel Land del Baden-Wuerttemberg i Verdi si mantengono al primo posto con un 33,5%, mentre la Cdu (partito della cancelliera Merkel) crolla al 28,5% (con una importante diminuzione del 10,5%), mentre la Spd tocca il 12,5%, cioè la stessa percentuale raggiunta da Afd. Nella Renania Palatinato i socialdemocratici al governo raggiungeranno secondo le previsioni la stessa percentuale del Cdu del 35%. E mentre perdono nettamente i Verdi, scendendo al 7%, si affaccia nel Land l’Afd con il 9%. In Sassonia-Anhalt, con la Cdu che rimane al primo posto con il 29%, seguita dalla Linke con il 20%, potrebbe invece verificarsi un clamoroso sorpasso: quello della AFD (19%) sulla SPD (14%), il partito socialista che sta pagando un prezzo molto salato per la sua decisione di dare vita a un governo di unità con il cancelliere Merkel.