Gerusalemme, l'Oasi della Pace dove convivono arabi ed ebrei
A pochi chilometri dalla città crocevia tra Occidente e Oriente sorge Neve Shalom/Wahat al-Salam, un esperimento di convivenza riuscito
A Gerusalemme, la città mistica dove si fondono ebraismo, cristianesimo e islam, gli Stati Uniti il 14 maggio hanno spostato la loro ambasciata. Per ora in maniera più simbolica che del tutto operativa. Ma tanto è bastato per accendere gli scontri tra Israele e Gaza, lasciando sul confine oltre 60 palestinesi morti.
Eppure parlare oggi di pace in Israele non è dappertutto così utopico. Proprio a poche decine di chilometri da Gerusalmme, città che unisce idealmente Occidente e Oriente, sorge un luogo dove ebrei e arabi vivono e crescono insieme pacificamente da più di quarant'anni: si chiama Neve Shalom, in ebraico, e Wahat al-Salam, in arabo, e si traduce "Oasi della pace".
Com'è nata l'Oasi della pace a ovest di Gerusalemme
A ovest di Gerusalemme, in un dolce pendio vicino Latrun che si affaccia su campi di grano, la comunità di Neve Shalom/Wahat al-Salam dal 1972 sperimenta un amabile esempio di convivenza: una cinquantina di famiglie ebree e arabe si sono incontrate lì per vivere fianco a fianco. Il villaggio è stato fondato dal monaco domenicano francese di radici ebraiche Bruno Hussar, su un terreno preso in affitto dal vicino monastero di Latrun.
Padre Bruno si stabilì lì nel 1972, in un vecchio autobus, con una manciata di amici arabi, ebrei e cristiani. Hanno cercato di coltivare ortaggi e dialogato con istituzioni, organizzazioni e gruppi di giovani spiegando il loro ideale pratico per la soluzione dei problemi di Israele. Andavano a prendere l'acqua con le taniche dai kibbutz vicini. Nel 1978 le prime famiglie a trasferirsi lì (una araba e due ebree) vivevano in sistemazioni fatte con casse di imballaggio. L'ettricità è mancata fino al 1979, quando è stato installato un generatore che forniva un po' di energia durante il giorno.
"Anche la pace è un'arte, che non s'improvvisa, ma deve essere insegnata". Padre Bruno Hussar
Intorno al 1980 la compagnia idrica fu persuasa a pompare l'acqua sulla collina e nel 1987 il consiglio regionale accettò di inserire Neve Shalom/Wahat al-Salam sulla mappa. Con il proprio posto sulla cartina, per questa comunità modello diventò possibile essere riconosciuta dal governo israeliano.
Il modello da seguire
Villaggio rurale a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv, Neve Shalom/Wahat al-Salam vuole dimostrare che è possibile una coesistenza pacifica tra ebrei e palestinesi in un rapporto di mutua accettazione. Composto da ebrei e arabi in numero pressoché uguale, è un esperimento pionieristico e riuscito.
A Neve Shalom/Wahat al-Salam ci sono un asilo e una scuola elementare che attirano bambini arabi ed ebrei dalle comunità vicine. I bambini della comunità studiano l'arabo, l'ebraico e l'inglese.
Ma è soprattutto c'è una Scuola di Pace famosa in tutto il mondo che educa e forma adolescenti e adulti ebrei e non ebrei nelle pratiche della risoluzione non violenta dei conflitti e del processo di pace.
Padre Hussar sosteneva: "Anche la pace è un'arte, che non s'improvvisa, ma deve essere insegnata".
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(Articolo del 4 maggio 2018, aggiornato il 15 maggio 2018)
Per saperne di più:
- La Striscia di Gaza dove il processo di pace non è mai iniziato
- Ambasciata Usa a Gerusalemme: e se Trump avesse ragione?