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«Per capire i giovani dobbiamo avvicinarci a loro...», parola di Andrea Roncato

L'attore e comico non si tira indietro nel ragionare sul difficile momento dei nostri ragazzi

“Dai grandi attori, come dai giovani, c’è sempre da imparare. Mi piace stare con loro per raccontare le cose che so e che loro ancora non sanno e per imparare le cose che non so e che loro sanno. Bisogna che ce li teniamo buoni questi giovani. Sono il nostro futuro”. Andrea Roncato appare felice e, dopo la sua permanenza al “Matera Fiction”, adesso è pronto ad affrontare un viaggio in treno per ritornare nella sua casa romana. La sua è una vera e propria confessione sul mondo dei giovani e lo fa da insegnante di recitazione in ascolto dei suoi ragazzi. Li osserva e li pungola ad apprezzare il passato. Ci tiene ad accorciare le distanze con loro per recuperare la fragilità del mondo degli adulti responsabili di quasi tutte le paure che bloccano questa gioventù.

Cosa pensa dei giovani che sono su Instagram?

Molte volte quando guardo Instagram e mi capita di vedere alcune ragazze con delle labbra enormi ammetto che è come assistere a una mutilazione e non a un abbellimento. Le ragazze giovani sono tutte belle perché è la “beata gioventù” che le fa belle. Per questo, non c’è bisogno dei labbroni o di avere sederi tondi pieni di silicone. Nel cinema serve tutto quello che hai in faccia perché bisogna essere fedeli a se stessi e per esserlo bisogna rimanere il più normale possibile. Le facce si creano con il trucco e dunque, se tu attrice arrivi con quei due labbroni e invece ho bisogno che interpreti una dottoressa che opera al cuore, beh se ti presenti con due labbroni da scimpanzé, poi non ti posso prendere.

Che cosa consegna ai giovani il mondo degli adulti e cosa lascia la televisione?

Alle ragazze e ai ragazzi stiamo insegnando soltanto l’importanza del “farsi vedere”, ma bisogna far capire loro che non basta far vedere che si è belli. Quando vengono da me le belle ragazze e mi chiedono di fare l’attrice soltanto perché sono belle, rispondo “Eh no, dovresti essere anche brava!”. Le ragazze su Instagram si presentano molto svestite, i ragazzi mostrano la loro bellezza fisica. Se ci si fa vedere in bella mostra, poi di certo ti fermano per strada. E quando questo succede, si sbaglia a pensare di essere arrivati al successo. Questo è un tipo di successo momentaneo. Poi, bisogna darsi da fare. La mia idea è che la colpa sia nostra e dunque anche della televisione che ha inculcato l’idea che basta farsi vedere. Noi non raccontiamo la verità ai ragazzi perché per andare avanti bisogna saper fare e darsi un gran da fare. “.

Oggi gli adulti come si pongono con i ragazzi?

Purtroppo il mondo degli adulti trascura gli adolescenti perché pensa che i ragazzi non hanno bisogno della presenza dei grandi. Pensiamo che i giovani possono arrivare a tutto con un semplice click. Ma dobbiamo metterci in testa che i giovani hanno bisogno di non essere lasciati soli. Siamo noi che dobbiamo stargli dietro, cercando di fargli vedere che non esiste solo il rapper Sfera Ebbasta, ma che c’è anche Fabrizio De Andrè. Siamo noi che dobbiamo tirar fuori queste cose senza affidarci al fatto che hanno il telefonino e che se vanno su Instagram poi Fabrizio De Andrè lo scoprono da soli. E quindi quella del cellulare è solo una scusa per fregarcene.

La televisione insegna a vestirsi o a svestirsi?

Insegna a svestirsi. Mina era sexy quando cantava, Patty Pravo era la divina anticipatrice delle mode ed era bellissima. Vestiva, casomai, in maniera eccentrica. Ultimamente ho visto un concerto di Patty Pravo ed è sempre eccentrica, sensuale per come si muove sul palco. Oggi la televisione insegna a tutte le cantanti a svestirsi e mentre cantano mostrano un pezzo di sedere oppure una gamba super muscolosa che non va nemmeno sempre bene. Per questo, sia le ragazze belle che quelle meno belle vanno tutte sul palco in mutande. A un certo punto, non capisco se le cantanti vogliono far sentire la voce o mostrare il corpo.

Lei ha parlato di bellezza. Pensa che i giovani abbiano il gusto del bello?

Quando parlo ai giovani di De Andrè, non sanno nemmeno chi sia. A volte, quando faccio lezione di recitazione e parlo di Marlon Brando e mi chiedono chi sia, rimango basito. Ma poi loro mi dicono che alla loro nascita Marlon Brando non c’era più. E allora gli rispondo che quando sono nato io Garibaldi era già morto, ma so chi è Garibaldi. Però, poi, se gli fai sentire i Pink Floyd, loro impazziscono. Quindi, non è che non abbiano il gusto del bello, ma ci vorrebbe qualcuno che glieli facesse sentire i Pink Floyd.

Come pensa che incidano i talent show o i reality sulle scelte di vita dei ragazzi?

Purtroppo la televisione, per questioni economiche, offre contenuti che non mostrano niente. Ecco la ragione per cui i talent non mostrano niente. Basta poco per realizzarli. Basta metterci 3 o 4 giudici e dei ragazzi, che tra l’altro pagherebbero loro stessi per starci dentro. E così il gioco è fatto. Stessa cosa vale per i reality, dove ci si sente inorgogliti solo per essere nell’isola dei famosi, ma in realtà non si tratta di personaggi famosi. Nessuno fa vedere ai giovani quello che succede a quei personaggi già il mese successivo alla loro uscita dall’isola. Loro non sono più considerati da nessuno. La mia logica è sempre la stessa: per andare avanti bisogna studiare e saper fare le cose che si amano e farle bene.

In passato è stato direttore artistico di due importanti discoteche italiane: il Meccanò di Firenze e il Naomi di Ancona, entrambe definitivamente chiuse. Perché le discoteche non vanno più tra i giovani?

Le discoteche erano fatte per ballare e per divertirsi, ma soprattutto per corteggiare le ragazze. Andavi lì con una che casomai ti snobbava, poi facevi un sorriso, un po’ insistevi, le chiedevi il numero e poi finalmente cominciava la storia. C’erano delle tappe del corteggiamento per conquistare una ragazza ed era molto interessante farle tutte. Ma oggi succede che i ragazzi sono sempre più deboli, mentre le ragazze, grazie a Dio, sono sempre più forti. E così, quando vado in discoteca e osservo i giovani, mi capita di vedere i ragazzi nel loro spazio. Stanno tutti ammassati e tutti vicini e così anche le ragazze rimangono nel loro spazio e tutte vicine tra loro. Oggi, un ragazzo per conquistare una ragazza non va in discoteca, ma le chiede il profilo Instagram, poi le manda un like o un messaggino. E allora a forza di likes e di messaggini ci si conosce e…

Come considera il rapporto tra ragazze e ragazzi?

Le ragazze si stanno emancipando e, grazie a Dio, hanno sempre più una personalità importante. Gli uomini si stanno indebolendo e questa debolezza dell’uomo porta anche a commettere atti di violenza. A volte penso che per tutte le ragazze che mi hanno lasciato, avrei dovuto fare delle stragi. La violenza che si commette sulle donne rappresenta una vera e propria forma di debolezza.

Qual è il ruolo delle fiction come fonte di modelli da imitare tra i ragazzi?

Molte fiction che hanno successo mostrano degli eroi che sono solo dei delinquenti. Poi, noi adulti ci lamentiamo che i bambini a dodici anni si accollano davanti alle scuole. Ma questo succede quando i modelli che mostriamo ai preadolescenti sono sbagliati. Siamo noi che scegliamo di raccontare le storie di eroi che vanno a scuola con un coltello in tasca e le fiction pur di avere successo mostrano scene di questo tipo, mettendo in evidenza eroi che non sono eroi, ma delinquenti.

Quali sono gli errori più comuni tra i ragazzi che vogliono diventare attori?

De Niro e Alpacino emozionano quando parlano perché i dialoghi sono lenti e quando parlano dicono una parola per volta volta e ogni parola ha la sua importanza. I giovani, invece, tendono a parlarsi addosso. Loro corrono e sono veloci quando parlano senza considerare che quando si parla velocemente è impossibile emozionare chi ascolta.

Lei ha studiato a Bologna e si è laureato in giurisprudenza. Come vi divertivate tra voi ragazzi quando non c’erano i telefonini?

Parlo di una magnifica Bologna degli anni ‘80 e ’90 e penso per esempio a quando c’era la festa delle matricole. Allora ognuno dava adito alla propria creatività. In giro vedevi i vestiti più strani, sentivi la libidine di poter andare sul motorino staccando le marmitte e fare il casino che volevi. Andavi a familiarizzare con le prostitute chiedendogli due soldi per fare la festa delle matricole. Tutti partecipavano a questa festa. Si andava al cinema gratis, quindi facevi tutte le tappe. Si cominciava dalla mattina per andare a vedere quel film e poi di corsa andavi a vedere l’altro. Ne vedevi 4 o 5 film in una sola giornata perché entravi nelle sale gratis. C’erano altri modi di divertirsi. Vedevi le ragazze e i ragazzi che giocavano tra loro. Era un divertimento più pulito.

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Rosita Stella Brienza

Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università Lumsa di Roma; Master in Business e Comunicazione all'Istao di Ancona. Giornalista dal 2008 per Repubblica, La Nuova del Sud e Panorama.it. Dal 2015 collaboratrice a Radio Laser

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