Cura del glaucoma: cosa può fare la citicolina
Uno studio mostra come la molecola, psicostimolante nato per il trattamento di Alzheimer, Parkinson, ictus e demenza, possa funzionare anche per l'occhio
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato un interessante parallelismo fisiopatologico tra il glaucoma e alcune patologie degenerative del sistema nervoso centrale, a partire da Alzheimer e Parkinson.
E oggi si è arrivati a una scoperta che ha dell'interessante.
Cos'è il glaucoma
Il glaucoma, detto anche “il ladro silente della vista”, oggi è la seconda causa di cecità nei Paesi industrializzati, e soltanto in Italia annovera un milione di pazienti: il 20 per cento di loro è esposto al rischio concreto di perdere completamente la vista.
Studi sull’uomo hanno dimostrato che in presenza di glaucoma non viene danneggiato solamente il nervo ottico, ma l’intera via ottica viene coinvolta in un processo neurodegenerativo con danni a carico di strutture cerebrali come la "corteccia visiva", sede dell’area visiva primaria.
Di recente è stato osservato che in alcuni pazienti glaucomatosi si assisterebbe anche a una progressiva compromissione strutturale e funzionale di zone cerebrali non propriamente deputate alla visione.
Questo fenomeno nel suo insieme, denominato “degenerazione transinaptica”, è il processo che pare determinare l’estensione del danno da glaucoma; i problemi pressori, dalle cellule ganglionari della retina, si propagherebbero centralmente fino alla corteccia visiva.
Di tutto questo, si è parlato in un incontro di studio intitolato “Nuove armi nella terapia medica del glaucoma”, organizzato a Roma, presso la Camera dei deputati, con il patrocinio dell’Associazione italiana per lo studio del glaucoma (Aisg).
Hanno illustrato le ultime novità terapeutiche il neurochirurgo Giulio Maira, dell'Istituto clinico Humanitas di Milano; Gianluca Manni, della Clinica oculistica del Policlinico Tor Vergata di Roma; Stefano Miglior, della Clinica oculistica dell'Università Bicocca di Milano, nonché presidente dell’Aisg; Luca Rossetti, della Clinica oculistica dell'Università San Paolo di Milano.
Dal convegno è emerso che la gestione più aggiornata del glaucoma si basa sull'utilizzo di farmaci in collirio, molto efficaci nel ridurre la pressione oculare, e sull'esecuzione di trattamenti laser e di trattamenti chirurgici ancora più efficaci nel ridurre la pressione oculare.
Le più recenti scoperte stanno però orientando la ricerca internazionale a studiare l'uso di molecole in grado di esercitare un potenziale effetto neuroprotettivo o di neuropotenziamento sulle cellule ganglionari retiniche, il nervo ottico e le vie ottiche centrali, con un meccanismo d’azione diretto sulle strutture nervose.
L'uso della citicolina
Nel convegno di Roma sono stati illustrati proprio i promettenti risultati ottenuti dagli studi condotti con la citicolina in soluzione orale, ed in particolare da uno studio multicentrico basato sulla citicolina, condotto in Italia e coordinato dal professor Rossetti.
"In pazienti con buoni livelli pressori, ma con elevata velocità di progressione del danno“ ha rivelato Rossetti “la citicolina in soluzione orale è in grado di stabilizzare la progressione della malattia. Il nostro studio ha avuto una durata di due anni e sin dai primi mesi di trattamento e per tutto il follow-up abbiamo assistito a un forte rallentamento della velocità di progressione del danno al campo visivo”.
La citicolina è una molecola già utilizzata per il trattamento di alcune patologie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Parkinson, l’ictus e la demenza; le più recenti modalità di somministrazione hanno però suscitato un crescente interesse proprio verso il contrasto dei danni causati dal glaucoma.
Il ministero della Salute ha da poco autorizzato la registrazione di una formulazione a base di citicolina in soluzione orale e ad alta biodisponibilità, come “Alimento a fini medici speciali”, con indicazione glaucoma.
È un prodotto da utilizzare sotto controllo medico, che può affiancare la terapia ipotensiva nei pazienti stabilizzati da un punto di vista pressorio, ma con progressiva riduzione del campo visivo.
La citicolina, insomma, è il primo neuroprotettore indicato per il trattamento dei pazienti affetti da glaucoma.
La scoperta di oggi nasce 30 anni fa da un’intuizione della Clinica oculistica dell’Università di Roma, che per prima al mondo intuì il possibile ruolo della citicolina nei pazienti glaucomatosi e ne ipotizzò l'utilizzo per ridurre e contenere l’evoluzione del danno.