Grandi Opere: la corruzione negli appalti
ANSA / MATTEO BAZZI
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Grandi Opere: la corruzione negli appalti

Operazione dei Carabinieri coordinata dalla procura di Firenze. Tra gli arrestati Ercole Incalza, ex dirigente dei Lavori Pubblici. Tav e Expo al centro del "sistema corruttivo"

Quattro arresti e oltre 50 indagati in una maxi operazione dei carabinieri del Ros, coordinata dalla procura di Firenze.
Nel mirino la gestione illecita degli appalti delle cosiddette Grandi opere. Agli indagati vengono contestati i reati di corruzione induzione indebita, turbata libertà degli incanti ed altri delitti contro la Pa.

Il super-dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici (ora consulente esterno) Ercole Incalza, è tra i quattro arrestati. Gli altri sono gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nelle prime ore di questa mattina a Roma e a Milano. I carabinieri stanno contestualmente effettuando in diverse regioni perquisizioni di uffici pubblici e sedi societarie riconducibili agli indagati.

Tutte le principali Grandi opere - in particolare gli appalti relativi alla Tav e anche alcuni riguardanti l'Expo, ma non solo - sarebbero state oggetto dell'"articolato sistema corruttivo" messo in piedi dalle persone arrestate. Lo apprende l'Ansa da fonti vicine all'inchiesta.

Chi è Ercole Incalza
Dal G8, alla Tav, al Mose: il nome di Ercole Incalza, arrestato oggi, ricorre in tutte le grandi opere - e inchieste - degli ultimi 30 anni in Italia.

L'ingegnere pugliese nato nel brindisino il 15 agosto del '44, è stato per molti anni dirigente di vertice al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per poi divenirne consulente esterno: ultimo incarico come capo della struttura tecnica di Missione per l'esame delle questioni giuridiche connesse alla realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici e di interesse nazionale.

Incalza appare nel mondo dei lavori pubblici alla fine degli anni '70 alla Cassa per il Mezzogiorno, della quale diventa dirigente nel 1978, assumendo nel marzo 1980 la responsabilita' del Progetto Speciale dell'Area Metropolitana di Palermo.

Giovane socialista pugliese approda al ministero dei Trasporti con Claudio Signorile. Nel 1983 è consigliere del ministro dei Trasporti, poi nel giugno 1984 assume la responsabilità di Capo della Segreteria Tecnica del Piano Generale dei Trasporti.

Dal gennaio 1985 Dirigente Generale della Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, passa alle Ferrovie dello Stato nell'agosto 1991, per diventare Amministratore Delegato della Treno Alta Velocità TAV S.p.A. dal settembre 1991 al novembre 1996.

Nel 1998 finisce ai domiciliari insieme all'ex presidente di Italferr Maraini. Dopo la bufera della Tangentopoli di Necci e Pacini Battaglia a metà degli anni Novanta, Incalza torna alla ribalta al ministero di Porta con Pietro Lunardi e diventa poi il braccio destro del ministro Altero Matteoli con l'incarico di capo della struttura tecnica di missione.

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