Auto: l'industria frena sui motori elettrici ma aumenta la sicurezza
L'industria automobilistica fa marcia indietro sui motori elettrici. Si punta sulla sicurezza dei veicoli
La sostenibilità del settore automobilistico si basa su due pilastri fondamentali: la riduzione delle emissioni di CO2 e Nox, attraverso il bando obbligatorio ai motori termici, e l'implementazione di dispositivi di sicurezza su tutti i veicoli. Mentre l'attenzione si è concentrata sul bando europeo alla produzione di auto a combustione interna, che entrerà in vigore nel 2035, si parla meno delle norme che, dal 1° luglio scorso, impongono ai costruttori di immettere sul mercato soltanto veicoli dotati di un pacchetto di dispositivi di sicurezza obbligatori stabiliti dall'UE. Questa misura contribuirà significativamente alla sicurezza stradale, riducendo incidenti, decessi, feriti e i relativi costi sociali.
Nel febbraio 2023, quando il Parlamento europeo ha deciso di vietare i motori termici dal 2035, forse non erano state valutate appieno tutte le conseguenze e implicazioni per l'intero settore dell'automobile. Nonostante i massicci investimenti delle case automobilistiche, circa 500 miliardi tra il 2022 e il 2026 (Volkswagen, per esempio, ha previsto 180 miliardi per lo sviluppo di software e veicoli elettrici nel piano industriale 2023-2028), l'auto elettrica fatica a decollare: il costo elevato dei veicoli, le carenze infrastrutturali e, in alcuni Paesi come l’Italia, la limitata disponibilità di incentivi,... sono alcuni fattori che hanno tenuto i consumatori a distanza.
Nei primi sei mesi del 2024, in Europa sono state vendute 4,6 milioni di auto, ma solo il 12,5% di queste erano elettriche. In Germania, ad esempio, con la fine degli incentivi, le vendite di auto elettriche sono crollate di oltre il 30%. Le previsioni di crescita per i prossimi anni sono tutt'altro che ottimistiche, con un mercato automobilistico che dovrebbe crescere in media solo dell'1% fino al 2027. Nel 2024, i motori endotermici rappresentano ancora il 65% del mercato, con il 35% a benzina. Di conseguenza, le principali case automobilistiche hanno rivisto al ribasso le previsioni di vendita di auto elettriche. Mercedes, che inizialmente aveva previsto che il 100% delle vendite nel 2030 sarebbero state di veicoli elettrici e ibridi plug-in, ha dovuto ridimensionare e ridurre questa stima al 50%.
L'elettrificazione, quindi, seppur obbligatoria dopo gli ingenti investimenti effettuati, non sarà rapida come si era immaginato. Le case automobilistiche continuano a puntare su motori endotermici evoluti, magari alimentati da carburanti di nuova generazione, come i biofuel e i carburanti sintetici, che possono contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2. Questa strategia rappresenta una forma temporanea di neutralità tecnologica, in attesa di un possibile ripensamento dell’UE sui tempi e le modalità del passaggio all'auto elettrica. L'industria automobilistica contribuirà sicuramente all’azzeramento delle emissioni, ma non nei tempi e modi inizialmente previsti. Nel frattempo, verranno introdotti sul mercato motori endotermici più ecologici.
Il secondo fattore determinante per le politiche industriali e di prodotto del settore è senza ombra di dubbio la sicurezza dei veicoli, un aspetto che si intreccia con lo sviluppo dei nuovi modelli e l'importanza crescente del software e dell'intelligenza artificiale all'interno delle auto. L'obiettivo a lungo termine è la guida autonoma, ma nel frattempo la ricerca produce risultati intermedi che migliorano la sicurezza dei veicoli.
Dal 7 luglio, il regolamento europeo 2019/2144 impone alle case automobilistiche di equipaggiare le nuove vetture con una serie di dispositivi di sicurezza, tra cui il controllo dell'attenzione, il mantenimento della corsia, la telecamera posteriore, la scatola nera per registrare i dati degli incidenti, le luci lampeggianti in caso di frenata d'emergenza, la frenata automatica in caso di rischio di collisione e la segnalazione della velocità massima consentita. Questi strumenti, obbligatori su tutte le auto, contribuiranno a ridurre il numero di incidenti e, di conseguenza, la mortalità e gli infortuni sulle strade, già in calo nei Paesi sviluppati (nel 2023, in Europa, sono diminuiti dell'1%, in Italia del 17%).
L'industria automobilistica sta seguendo con decisione questa direttrice di investimento, spinta dalla crescente importanza della guida autonoma e dell'intelligenza artificiale nel settore.