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(Ansa)
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I mattoncini Lego diventano green, ma costeranno di più

La Lego registra vendite in rialzo del 13% nei primi sei mesi, l'utile operativo sale del 26%. Intanto il Ceo Niels Christiansen annuncia la svolta green nella produzione dei mattoncini: i combustibili fossili saranno sostituiti con plastica rinnovabile e riciclata più costosa entro il 2032

Nel primo semestre dell'anno, Lego ha registrato una crescita a doppia cifra sia nei ricavi che negli utili, superando significativamente il resto dell'industria dei giocattoli e guadagnando quote di mercato.
I ricavi del gruppo danese sono aumentati a 31 miliardi di corone danesi (4,2 miliardi di euro), segnando un incremento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2023. I profitti operativi sono cresciuti del 26%, raggiungendo 8,1 miliardi di corone (1,1 miliardi di euro), mentre gli utili hanno visto un aumento del 16%, arrivando a 6 miliardi di corone (0,8 miliardi di euro). I flussi di cassa hanno totalizzato 3 miliardi di corone (0,4 miliardi di euro), grazie alla solida performance dei ricavi, nonostante gli investimenti per la costruzione di nuove fabbriche e l'espansione degli uffici.
"Siamo molto soddisfatti dei risultati eccezionali ottenuti nel primo semestre", ha commentato il CEO Niels B. Christiansen. "Abbiamo visto una crescita a doppia cifra sia nei profitti che nei ricavi e abbiamo fatto progressi significativi nell'aumento dell'uso di materiali sostenibili nei nostri prodotti."

E la novità assoluta sta proprio in questo: l'azienda leader di giocattoli ha appena annunciato che è sulla buona strada per sostituire i combustibili fossili utilizzati nella produzione dei suoi iconici mattoncini con plastica riciclata e rinnovabile entro il 2032. Questo passo segue la firma di accordi con i produttori per garantire una fornitura a lungo termine di materiali sostenibili. Lego, che vende miliardi di mattoncini di plastica ogni anno, ha testato oltre 600 materiali diversi per sviluppare un nuovo materiale che sostituirebbe completamente i mattoncini a base di petrolio entro il 2030, ma con un successo limitato. Ora l'azienda sta puntando a ridurre gradualmente il contenuto di combustibili fossili nei suoi mattoncini, accettando di pagare fino al 70% in più per la resina rinnovabile certificata. Questo impegno è destinato a stimolare i produttori a incrementare la produzione di plastica sostenibile. "Ciò comporta anche un aumento significativo del costo di produzione per ogni mattoncino Lego," ha dichiarato il CEO Niels Christiansen a Reuters.

Christiansen ha aggiunto che Lego prevede di garantire che oltre la metà della resina necessaria entro il 2026 sia certificata secondo il metodo del bilancio di massa, che permette di tracciare i materiali sostenibili lungo tutta la catena di fornitura, rispetto al 30% raggiunto nella prima metà del 2024. Ma il CEO ha rassicurato subito i consumatori: "Con una famiglia proprietaria impegnata nella sostenibilità, è un privilegio poter pagare un extra per le materie prime senza dover addebitare costi aggiuntivi ai clienti". Questo annuncio arriva in un contesto di surplus globale di plastica vergine a basso costo, alimentato dagli investimenti delle principali compagnie petrolifere nel settore petrolchimico. Si prevede che la plastica continuerà a guidare la domanda di petrolio nei prossimi decenni. I fornitori di Lego stanno già utilizzando rifiuti organici, come olio da cucina e grassi di scarto dell'industria alimentare, nonché materiali riciclati, per ridurre l'uso di combustibili fossili vergini nella produzione della plastica. Tuttavia, il mercato della plastica riciclata e rinnovabile è ancora in fase di sviluppo, in parte perché molte delle materie prime disponibili vengono destinate alla produzione di biodiesel sovvenzionato per i trasporti.

Secondo Neste, il maggiore produttore mondiale di materie prime rinnovabili, la plastica derivata da fonti fossili costa circa la metà o un terzo rispetto alle opzioni sostenibili. "Notiamo un aumento dell'attività e della volontà di investire in questo settore rispetto all'anno scorso," ha detto Christiansen, che ha evitato di fornire dettagli su fornitori, prezzi o volumi. Intanto anche altri produttori di giocattoli stanno adottando pratiche più sostenibili: Hasbro ha iniziato a incorporare materiali vegetali o riciclati in alcuni prodotti, mentre Mattel si è posta l’obiettivo di utilizzare esclusivamente plastica riciclata, riciclabile o di origine biologica entro il 2030. Nonostante questi sforzi, il 90% della plastica globale continua a essere prodotta da combustibili fossili vergini, secondo PlasticsEurope.

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Chiara De Zuani