Grillo attacca Napolitano e Renzi
Beppe Grillo apre la festa del M5S al Circo Massimo: "Noi siamo più forti di prima, loro scompariranno"
Si presenta sul palco del Circo Massimo facendo il rapper e il bluesman. E’ l’ultima maschera di Beppe Grillo che esordisce alla manifestazione di Italia5Stelle a passo di musica: «Abbiamo più iscritti noi del Pd». Renzi? «E’ leader di un partito senza base, noi siamo una base senza leader». Ma passano pochi minuti che Grillo attacca Giorgio Napolitano. Dopo Sabina Guzzanti, che ha espresso solidarietà a Toto Riina e Leoluca Bagarella a cui la Corte di Assise di Palermo ha negato la possibilità di assistere all’audizione del presidente, anche Grillo esprime la sua “solidarietà” ai boss: «Gli hanno tolto la possibilità di testimoniare. Era troppo per loro sopportare Napolitano dopo aver sopportato anche il 41 bis. Senza Napolitano saremmo già al governo».
Poi ricomincia attaccando nuovamente il premier: «Matteo fai presto a distruggere il paese, a buttarci con il culo per terra. Abbiamo bisogno di uno shock, il jobs act». Grillo ha poi intonato una cantilena: «Basta! Basta!» prima di tessere l’elogio della rete: «Io spaccavo i pc perché non c’era la rete». Ma Grillo annuncia una sorta di ritorno alle origini e parla di reddito di cittadinanza esteso a tutti in maniera indiscriminata: «Il lavoro ormai lo fanno le macchine». La televisione? «E’ un momento che non parlano più del Movimento. Mi dicono di andare in tv, ma sono morti i talk show».
E torna sulla militanza porta a porta: «Ognuno di voi deve andare in autogrill, dal vicino di casa. Ogni movimento deve essere me». Non è mancato l’attacco all’Europa: «I compiti a casa? Ma vaffanculo con i compiti a casa», alla sinistra «preferisco Berlusconi che lotta per le sue aziende che quei cazzo di finti amici della sinistra che per venti anni hanno fatto solo i cazzi loro». Infine saluta motivando e rassicurando i militanti: «Noi siamo più forti di prima, loro scompariranno. Siamo l’ultimo baluardo della democrazia in questo paese»
Dice di non essere il leader ma l’attesa è quella che si destina ai leader. Ed è infatti Beppe Grillo ad aprire ufficialmente Italia 5 Stelle, la tre giorni che il quotidiano francese “Le Monde” ha definito “una Woodstook per risalire la china”.
«Io non sono il leader. Nel Movimento non c'e' nessun problema di leadership. Nel M5s vige la regola dell'uno vale uno» ha detto Grillo prima di aprire il raduno al Circo Massimo dove arriva su un’auto elettrica accompagnato da Gianroberto Casaleggio. Intanto Grillo ha rassicurato su un suo piccolo malessere: «Sto bene e sono carico come un carillon».
Fedez: "Il Pd ha chiesto la mia testa"
Lo stesso Casaleggio ha commentato le voci che danno il Movimento in profondo disagio, frantumato e in difficoltà. Una manifestazione per serrare le fila? «Le fila sono gia' serrate, non si preoccupi» ha risposto Casaleggio. La giornata è però stata movimentata da Fedez, il rapper che ha scritto l’inno del Movimento che su Facebook ha denunciato un tentativo di censura nei suo confronti da parte di alcuni deputati del Pd, Ernesto Magorno e Federico Gelli, che avrebbero chiamato l’emittente Sky (Fedez è giudice del programma X Factor) per chiederne l’allontanamento. «Io non sono a X Factor per fare propaganda e mai l'ho fatta, ma da cittadino ho le mie idee politiche e non ho nessun motivo per tenerle nascoste. Il fatto che per averle espresse si chieda la mia testa ci riporta indietro di 60 anni alla censura e al fascismo».
I due deputati hanno poi risposto: «Invece di parlare a sproposito di fascismo, il rapper Fedez rispetti le istituzioni democratiche. Era proprio il regime fascista a dileggiare e ridicolizzare i capisaldi delle democrazie e le garanzie repubblicane. Evidentemente il giovane artista - spiegano i parlamentari - fa fatica a distinguere tra una spazio tv di carattere politico e una trasmissione di intrattenimento. Figuriamoci se qualcuno possa e, tantomeno, voglia chiedere la sua testa». Del resto a stemperare ci ha pensato il deputato del Pd, Francesco Nicodemo che su Twitter ha scritto: «Come diceva il maestro Guccini, a canzoni non si fan rivoluzioni. Smettiamola di questionare su Fedez che e' innanzitutto un ottimo rapper». (c.c)