Hollande: la Francia parteciperà ai raid aerei sulla Siria. L'Italia no
Già domani cominceranno i voli di ricognizione. Proposta una conferenza a Parigi sull'emergenza migranti. Matteo Renzi: "No a operazioni spot"
Un François Hollande che si scuote dopo la mossa decisiva di Angela Merkel a favore dell'accoglienza dei rifugiati.
Il presidente francese, in una conferenza stampa all'Eliseo davanti a 300 giornalisti, si impegna a promettere il contributo della Francia alla soluzione del conflitto in Siria, una delle cause immediata dell'affluenza dei profughi in Europa. E propone una conferenza sui migranti, da tenere in Francia, oltre che assicurare che il suo paese ne accoglierà 24.000 nei prossimi due anni.
Il no dell'Italia
"In Siria c'è un presidente, (Bashar al)Assad, che controlla una parte del territorio. L'Italia non partecipa a iniziative che Francia e Inghilterra hanno annunciato di studiare" ha subito risposto il premier Matteo Renzi a Porta a porta. Quanto avvenuto in Libia con Gheddafi insegna ad avere "attenzione a non avere un atteggiamento poco responsabile" nell'affrontare la crisi in Siria ed Iraq, ha aggiunto. "In Europa va bene la commozione di questi giorni, lo considero un fatto positivo però poi muoviamoci sul medio periodo, non con cose semplici e interventi spot. Bisogna dire che la Libia è centrale e non è pensabile si continui così in Siria e Iraq, dire che questo è lo scenario più caldo", aggiunge.
"Spero e credo che la prossima assemblea generale delle Nazioni unite, dove Obama ha convocato una riunione ristretta, possa essere occasione per portare non solo un contributo ma un'idea il per futuro. L'Italia ci va a testa alta, tutti gli italiani possono essere orgogliosi di cio' che ha fatto l'Italia. È una crisi mondiale ma noi la posizione non l'abbiamo cambiata: siamo stati seri e umani". "Quando l'arcivescovo di Erbil dice quel che dice, abbiamo il dovere di dedicare tutta l'attenzione possibile a quel che sta avvenendo in quell'area contro le minoranze religiose e poi bisogna capire che quando hai una figlia presa e messa nel bordello di Mosul o figlio mandato a fare il militare per cinque anni e ha il 50% possibilità di non tornare vivo, e' ovvio che scappi", sottolinea.
La posizione francese
Il titolare dell'Eliseo ha assicurato che Parigi farà la sua parte per l'accoglienza ai profughi: ha riferito che nel 2015 la Francia ha già ricevuto 60.000 richieste di asilo e si è detto pronto ad accogliere fino a un migliaio dei migranti arrivati in Germania dall'Ungheria.
Per Hollande si tratta di una crisi "drammatica, grave" ma che "può essere gestita e lo sarà".
Centri di smistamento nel paese
Preannunciando a giorni un dibattito su questo tema nel Parlamento francese, il titolare dell'Eliseo ha anche chiesto l'allestimento di centri di smistamento nei Paesi di origine e transito per scongiurare "una crisi umanitaria gigantesca" e ha avvertito che, "senza uno sforzo unitario per redistribuire i migranti tra gli Stati membri", l'Europa "esploderà" e sarà "la fine di Schengen e il ritorno alle frontiere nazionali".
Conferenza internazionale
La Francia, da parte sua, proporrà di ospitare una conferenza internazionale sulla sorte degli sfollati e dei rifugiati nel mondo. Hollande ha poi annunciato un impegno diretto francese nel Paese che più di ogni altro è responsabile per questa crisi umanitaria, la Siria.
Raid francesi contro l'Isis
Già da domani l'aviazione di Parigi avvierà voli di ricognizione sulla Siria "in vista di eventuali raid contro l'Isis".
"In Siria vogliamo sapere cosa si prepara contro di noi e cosa si fa contro la popolazione siriana", ha spiegato, "sulla base delle informazioni che raccoglieremo potremo condurre dei raid".
Il presidente francese ha escluso peraltro l'invio di truppe sul terreno ("significherebbe trasformare un'operazione in forza d'occupazione") e ha ribadito che la soluzione al conflitto siriano deve essere "politica": "Dobbiamo parlare con tutti i Paesi che possono favorirla", ha affermato, "in particolare Russia e Iran". La transizione, però, dovrà prevedere prima o poi che Bashar al-Assad ceda il potere, ha aggiunto. (AGI)