I 100 giorni deludenti di Bill de Blasio
Il primo bilancio del lavoro del neo sindaco di New York è negativo, soprattutto per la sinistra
Il dato che più colpisce dei primi 100 giorni di governo di Bill de Blasio, sindaco di New York, è il crollo del consenso popolare. A novembre è stato eletto con il 72 per cento dei voti, mentre ora i sondaggi stimano la sua popolarità al 42 per cento. Certo, cento giorni sono pochi per giudicare chi fa “il secondo lavoro più difficile d’America”, come lo chiamano gli americani, ma gli elettori che l’hanno portato in trionfo a City Hall non vedono ancora i segni della rivoluzione promessa dopo il lungo regno di Michael Bloomberg.
De Blasio si è identificato con la lotta alle ineguaglianze economiche e ha cavalcato lo slogan della “tale of two cities”, la città opulenta e arraffona contro quella indigente e reietta, ed è proprio intorno al cuore più di sinistra del suo messaggio che si stanno addensando le prime delusioni. Il sindaco ha fallito nel tentativo di attribuire a sé, e non al governo dello stato, il potere di intervenire sui minimi salariali, e a negarglielo è stato Andrew Cuomo, il governatore democratico dello stato di New York.
Il secondo ingrediente della ricetta egalitaria del sindaco era l’aumento delle tasse per i ricchi, ma anche qui de Blasio ha ricevuto un secco “no” dalle autorità di Albany. Il decreto che ha concesso a 500 mila lavoratori di avere i giorni di malattia retribuiti appare come uno spostamento a sinistra non abbastanza deciso per i suoi sostenitori. Il sindaco è volenteroso, ma su diversi fronti si trova con le mani legate, e questo non piace nemmeno ai suoi più accesi sostenitori.
L’impossibilità di decidere sull’aumento delle tasse ai ricchi complica anche un altro dei progetti più ambiziosi delineati dal sindaco, la creazione di un sistema scolastico pubblico, dunque gratuito, per tutti gli studenti delle scuole elementari e medie inferiori: il piano avrebbe dovuto essere sostenuto proprio dalle nuove entrate fiscale. Sempre sul settore scolastico, de Blasio ha ingaggiato la battaglia promessa contro le charter school, scuole a gestione privata finanziate dal settore pubblico, tratto distintivo dell’amministrazione Bloomberg a cui ha dichiarato guerra. Se la guerra contro le charter piace alla sinistra più radicale, sembrano assai meno compiaciuti i democratici moderati, che apprezzano il rapporto virtuoso fra pubblico e privato. I successi più nitidi del sindaco sono arrivati nell’ambito della sicurezza. De Blasio ha nominato un commissario di polizia di lungo corso, William Bratton, affidandogli la revisione delle contestatissime perquisizioni senza motivo dette “stop and frisk”, che sono drasticamente calate in questi primi mesi di governo.
Alcuni giorni fa il dipartimento di polizia ha anche annunciato lo scioglimento dell’unità speciale voluta da Bloomberg per tenere d’occhio i cittadini di fede musulmana. New York sta cambiando corso, ma senza fretta.